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26/09/2025 ore 18.00
Società

26 settembre 1970, il caso degli Anarchici della Baracca e l'ostinazione di Antonella Aricò: «So che c'è una verità, è difficile ma non demordo»

Il fratello Gianni Aricò viaggiava in macchina verso Roma la sera, di 55 anni fa, in cui avvenne l'impatto mortale contro un camion. Con lui persero la vita anche Angelo Casile, Franco Scordo, Anneliese Borth e Luigi Lo Celso. Un incidente avvenuto in circostanze mai pienamente chiarite
di Anna Foti

Dove non arrivarono loro quella notte tra il 26 e il 27 settembre 1970, dopo 55 anni arriva la loro memoria. Mucky (Anneliese), Gianni, Angelo, Luigi e Franco, i cinque anarchici della Baracca saranno ricordati da Antonella Aricò, sorella di Gianni, Roberto Gargamelli, Rocco Palamara e in videochiamata da Fabio Cuzzola e Pino Vermiglio domani, sabato 27 settembre, a Roma. Appuntamento alle 19 presso la sede dello storico gruppo Anarchico Mikhail Bakunin, in Via Vettor Fausto 3, nel quartiere della Garbatella. Nel segno del tributo ai giovani anarchici calabresi, il gruppo Anarchico Mikhail Bakunin festeggerà gli 80 anni della sua sede. La cena solidale e i canti dei Cialtroni sul Palco concluderanno la serata.

L’ultima notte…

Gli anarchici reggini della Baracca, Gianni Aricò (22 anni) e la moglie tedesca neppure diciottenne Anneliese Borth, Franco Scordo (18 anni) e Angelo Casile (20 anni), e il cosentino Luigi Lo Celso (26 anni) erano partiti dalla Calabria in macchina diretti verso Roma. Nella notte tra il 26 e il 27 settembre 1970, alle porte di Ferentino, in provincia di Frosinone, persero la vita in un tragico incidente stradale. Franco, Angelo e Luigi morirono sul colpo. Gianni il giorno dopo e AnneLiese dopo tre settimane di coma, il 17 ottobre successivo. Ancora, dopo oltre mezzo secolo, quell’impatto mortale tra auto e camion con rimorchio, sulla Napoli-Roma, riserva numerosi (troppi) lati oscuri.

Gli anarchici della Baracca facevano controinformazione in un momento caldo, quello dei Moti di Reggio, quello del deragliamento del treno a Gioia Tauro, del golpe (revocato) del principe nero Valerio Julio Borghese.

Antonella Aricò, porterà anche a Roma la sua voce per Gianni e Anneliese, per gli altri giovani che erano con loro, Angelo, Franco e Luigi. Porterà la sua voce di familiare la cui vita, come quella degli altri congiunti dei quattro giovani, quella notte fu sconvolta, spezzata.

La ricerca della verità

«So che c’è una verità da portare alla luce sulla morte di mio fratello e degli altri anarchici. Sento che questa storia, che non è solo nostra, non è solo dei familiari che hanno perso tutto quella notte, ma è una storia di questo Paese ancora non può dirsi conosciuta fino in fondo. Anzi. Restano ancora tanti aspetti oscuri, sui quali non pare possibile avere chiarimenti o risposte. È difficile ma io non demordo, non mollo. Lo devo a mio fratello Gianni e alla sorella che avevo avuto in dono, AnneLiese, e anche ad Angelo, Franco e Luigi. Lo devo ai giovani che devono conoscere questa storia fino in fondo. Ripenso a quel gruppo di studentesse del liceo statale Tommaso Gulli di Reggio Calabria che ha lavorato affinchè a Montecitorio fosse ricordata la loro storia. È stato un momento davvero importante in cui giovani e Istituzioni li hanno ricordati insieme. Un momento che semina speranza e che mi dà forza per continuare a cercare».

Il giovani anarchici e i giovani di oggi

La storia degli anarchici della Baracca è stata evocata a Montecitorio, nell’aula della Camera dei Deputati. L’occasione è stata quella della giornata in memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi (9 maggio). La studentessa Virginia Fatima Bueti del liceo statale Tommaso Gulli di Reggio Calabria è intervenuta in occasione della cerimonia, unitamente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Sono intervenuti anche i presidenti di Senato e Camera, rispettivamente, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. Un momento inedito e di straordinaria importanza.