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17/12/2025 ore 06.30
Società

A Reggio Calabria nasce il Comitato del No: sala gremita e avvocati in controtendenza

Presentato il Coordinamento territoriale del Comitato a difesa della Costituzione per il NO al referendum sulla riforma della giustizia. Forte partecipazione di cittadini e la presenza, inattesa, di numerosi avvocati. Magistrati e società civile uniti per informare e contrastare «luoghi comuni e fake news»

di Elisa Barresi

Una sala gremita, una partecipazione attenta e una sorpresa significativa: tra il pubblico anche diversi avvocati, pronti a sostenere le ragioni del No insieme a tanti cittadini.

È questo il segnale più evidente emerso dalla presentazione del Comitato del No alla riforma della giustizia a Reggio Calabria, in linea con le numerose iniziative che, in queste settimane, stanno animando le principali città italiane.

Anche nella città dello Stretto nasce così il Coordinamento territoriale del Comitato a difesa della Costituzione per il NO al referendum. A guidare il Comitato è il procuratore Giuseppe Lombardo. «La nascita del coordinamento – ha spiegato – è il punto di arrivo di una riflessione critica maturata da molti colleghi, soprattutto giovani, rispetto a una riforma che persegue obiettivi diversi da quelli dichiarati». Lombardo ha sottolineato la necessità di «uscire dalle aule di tribunale e aprirsi alla città», puntando su formazione e confronto diretto con i cittadini per chiarire il reale contenuto della riforma.

Secondo il coordinatore, parlare di “riforma della giustizia” è già di per sé fuorviante: «La giustizia non viene minimamente riformata. Non ci saranno processi più veloci né benefici concreti per le persone. Al contrario, si rischia di creare un sistema instabile, che può compromettere l’equilibrio tra i poteri dello Stato».

Lombardo ha poi messo in guardia dalla narrazione che descrive il referendum come un voto “contro la magistratura”: «Non è così. La magistratura resta al servizio dei cittadini ed è pronta al confronto, ma a un confronto serio, non basato su distorsioni come quella della separazione delle carriere, che non rappresenta il vero nodo su cui i cittadini sono chiamati a esprimersi». Infine, l’allarme sul rischio costituzionale: «Un pubblico ministero separato dal giudice tende, come avviene in altri Paesi, ad avvicinarsi al potere esecutivo, intaccando profondamente la nostra storia repubblicana».

Del coordinamento territoriale fanno parte anche Antonella Stilo, presidente della seconda sezione civile del Tribunale di Reggio Calabria; Letterio De Domenico, pubblico ministero presso il Tribunale di Palmi e vicecoordinatore; Chiara Greco, sostituta procuratrice della Repubblica di Reggio Calabria; Antonio Salvati, giudice del lavoro. Collaboratori esterni sono Cristiana Maria De Pasquale, giudice civile, e Davide Lucisano, Marika Mastrapasqua e Giulia Scavello della Procura reggina.

La presidente Antonella Stilo ha richiamato l’attenzione sui problemi reali della giustizia, spesso ignorati dal dibattito pubblico: «I cittadini che non sono operatori del diritto conoscono poco i temi della riforma e si informano quasi esclusivamente sui social, dove circola un’informazione parziale e fuorviante. Si fa credere che questa riforma risolverà magicamente tutti i problemi, ma non è così».

Per Stilo, il nodo centrale resta la durata dei processi: «Un processo troppo lungo sfocia in una sentenza ingiusta. Servono più magistrati, più personale amministrativo, la stabilizzazione dei giovani dell’ufficio del processo e una vera informatizzazione, soprattutto nel penale. Questa riforma non affronta nulla di tutto questo: allora a che serve?».

Sulla stessa linea la pm Chiara Greco, che ha evidenziato il valore dell’iniziativa reggina: «Oggi non nasce solo un No, ma un comitato che porterà avanti un percorso fino al referendum, con incontri e iniziative in tutto il distretto. È una giornata importante perché, accanto ai magistrati, aderiscono anche cittadini e avvocati: una novità che ci rende molto felici».

L’obiettivo è chiaro: «Vogliamo che i cittadini sappiano davvero cosa stanno votando, guardandoci in faccia, facendoci domande e ascoltando le nostre ragioni, senza essere condizionati da notizie false o provocazioni».

Un percorso che parte da Reggio Calabria ma guarda all’intero territorio, con l’ambizione di restituire al referendum un confronto informato, consapevole e rispettoso dei principi costituzionali.