A TU PER TU | Luciano Maria Schepis: «La processione della Madonna della Consolazione è l'unica tradizione che la città di Reggio conserva da oltre 500 anni» - VIDEO
La nascita del culto plurisecolare della madonna della Consolazione nel cuore del popolo reggino, le radici di una tradizione in cui storia, religione e sentimento popolare si fondono. In questo frangente in cui ogni anno la comunità reggina celebra la sua protettrice, la Madonna della Consolazione, esploriamo questo culto e questo legame antichi con il dottore Luciano Maria Schepis fine e meticoloso studioso, direttore culturale dell’associazione dell’associazione Portatori della Vara della Madonna della Consolazione, ospite negli studi del Reggino. it del format A tu per tu.
L’antica devozione
«La tradizione della processione dell’Effigie della Madonna della Consolazione è la più antica della città di Reggio. Essa resiste da 500 anni. Da quasi 25 anni – ha sottolineato il dottore Schepis – studio la devozione del popolo reggino alla Madonna della Consolazione. Una storia antica sublimata nel corso dei secoli dalla venerazione della Sacra Effige e da tre Vare. Questo in uso oggi è la terza. La prima risale all’epoca del dipinto nel 1547, poi consacrato nel 1548 da monsignor Agostino Gonzaga, Arcivescovo di Reggio Calabria dal 1537 al 1557.
Di aneddoti ce ne sono davvero tanti ma è importante ricordare che il culto della Madonna della Consolazione ha origini antiche in Europa. Origini che precedono l’affidamento del popolo reggino nel XVI secolo. Nel XIII secolo, il re Luigi IX di ritorno dalla Settima crociata, detta la Crociata delle Reliquie, sbarca in Provenza e dona alla cittadinanza una statua che si diceva fosse stata plasmata dagli angeli e non da mani umane. Al momento del dono sarebbe avvenuto un primo miracolo di una madre che vede rientrare il figlio che credeva morto. Sarà poi il fratello Carlo Conte di Provenza, poi primo re di Napoli Carlo D’Angiò, a portare il culto della Madonna della Consolazione in Calabria».
Un’occasione anche per richiamare il profondo legame con l’ordine dei Cappuccini di Reggio Calabria, i privilegiati custodi della sacra Effige della Madonna della Consolazione. Una storia che si lega a doppio filo con quella del culto mariano reggino e dei Sette sabati di Maria, anch’essi una tradizione secolare.
La prima processione
«Risale al 1636 la prima processione anche se la devozione dei reggini è più antica. Il quadro fu ritenuto miracoloso fin da quando a frate Antonino Tripodi in preghiera apparve la Madonna che annunciava la fine dell’epidemia. È del 30 aprile 1638 l’ordine alla cittadinanza di un pubblico pellegrinaggio di ringraziamento all’Eremo in caso di sopravvivenza alla pestilenza. La preghiera fu esaudita», racconta ancora il dottore Schepis, spulciando tra i documenti di Archivio che da anni studia.
I portatori della Vara
Luciano Maria Schepis è il curatore della parte storica e iconografica del volume “Nostra Donna del Consuolo. La Madonna dei Reggini. Pensieri, parole, opere e miracoli”, in cui ha approfondito antichi dipinti del ‘700, presenti nelle chiese reggine e non solo e collezioni di stampe dal 1600 al 1800. Una pubblicazione a tre mani per celebrare in questo 2025 e i 25 anni dalla costituzione dell’associazione, presentata anche al salone internazionale del Libro di Torino, di cui autori sono anche il presidente dell’associazione Gaetano Surace, che ha curato parte dedicata alla pietà popolare attraverso delle poesie in vernacolo associate ai dipinti delle processioni di Stellario Baccellieri, e il portatore Antonio Mario che ha commentato alcuni miracoli tratti dal volume di Tommaso Vitriolo del 1840, abbinandoli ad alcuni acquarelli realizzati dal Luisa De Blasio di Palizzi.
«In quelle stanghe che portano sulle spalle palpita tutta la loro devozione. Un’emozione davvero intensa e senza tempo che accomuna intere generazioni».