Addio Enza Marchi, il cordoglio e il ricordo commosso della Cgil reggina
«Con profonda commozione abbiamo salutato Enza Marchi, figura straordinaria del movimento operaio, comunista, sindacale e femminile del nostro Paese. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo nella memoria collettiva della nostra terra, che lei ha contribuito a rendere più giusta e consapevole». Così in una nota il Segretario Generale Cgil Reggio Calabria Gregorio Pititto.
«Originaria dell’Emilia, nel dopoguerra fu inviata dal Partito Comunista Italiano a Reggio Calabria per rafforzare le strutture del movimento contadino. Qui divenne rapidamente un punto di riferimento per le lotte delle raccoglitrici di olive della Piana di Gioia Tauro e delle “gelsominaie” della fascia jonica reggina, protagoniste silenziose, ma determinanti della nostra storia.
Fu anche dirigente dell’Unione Donne Italiane, dando voce e forza a un mondo femminile spesso invisibile, ma cruciale nelle battaglie per i diritti, la dignità e il lavoro. Dal 1976 al 1979 rappresentò il popolo calabrese alla Camera dei Deputati, portando con sé il vissuto e le esigenze delle donne del Sud, dei contadini, delle lavoratrici sfruttate.
La Cgil Reggio Calabria ricorda con gratitudine la sua determinazione, la sua intelligenza politica, la sua passione civile.
Il suo impegno ci ricorda – chiosa il Segretario Generale Cgil Pititto – che le battaglie delle donne di allora, quali il lavoro, la giustizia sociale, l’autodeterminazione e la libertà sono ancora attuale. Ciao Enza. Ti sia lieve la terra che hai tanto amato e difeso».
Questo ricordo di Enza Marchi inviato da Mimmo Crea, già direttore del patronato Inca della Cgil.
«Profondo dolore e commozione per la dipartita di una grande Donna e Compagna. Da Reggio Emilia aveva portato una ventata di grande esperienza e di grande impegno che aveva sempre messo in campo in tutte le sue azioni al servizio delle classi povere, degli ultimi e per la parità uomo-donna. Instancabile, ferma e coraggiosa ha lasciato il segno in tutte le sue attività nel campo sociale, politico e sindacale.
Deputata per una legislatura aveva dato l’impronta nella difesa del lavoro, delle donne, della Calabria. Sempre umile e disponibile al dialogo. Abbiamo lavorato fianco a fianco nella Cgil. Io ero il Direttore del Patronato Inca e Lei venuta dal partito seguiva la problematica Inail per infortuni sul lavoro e malattie professionali. In poco tempo aveva acquisito grande competenza e professionalità.
Una cosa che non dimenticherò mai di Lei: preparava le pratiche da portare all’Inail e veniva da me per la firma, segno di rispetto e di grande umiltà, ma io non potevo accettare da Lei un simile burocratico gesto, troppo era la fiducia e la stima che ci legava, le intimavo quasi di firmare sempre Lei le pratiche che gestiva. Dopo tempo si convinse, non potevo, io piccino, accettare quel senso di deferenza che non sentivo di dover avere. Era così come solo le Grandi Donne lo sono! Mi è dispiaciuto non poter darLe l’ultimo saluto ma le mie gambe ormai da anni non mi consentono di muovere un passo. L’unica donna della Cgil che ricorderò sempre».