Adolescenti oggi: la generazione ansia al centro di interventi mirati sul territorio reggino con SpazioZ
Un seminario che ha rappresentato un importante momento di approfondimento e confronto con specialisti e personale competente, su un tema delicato e complesso che impatta sempre di più sulla società: il benessere psicologico degli adolescenti e delle famiglie. A un anno dall’avvio del Consultorio gratuito per adolescenti SpazioZ, azione prevista dal progetto Orientamento al Futuro, il seminario ha snocciolato i primi risultati raggiunti attraverso lo spazio clinico di ascolto e accompagnamento di adolescenti e genitori in crisi, secondo l’innovativo modello psicoanalitico di intervento in età evolutiva che spiega il malessere non come sintomo di una malattia mentale, ma come blocco nel percorso di crescita.
Un confronto che ha portato ad approfondire con sociologhe e psicologhe le determinanti sociali e culturali del benessere e attraverso la tavola rotonda è stato aperto un dibattito con le Istituzioni per contribuire a realizzare nel territorio una rete integrata di servizi di prossimità per le famiglie.
Giulia Melissari del centro comunitario Agape ha chiarito la necessità di dare continuità al progetto SpazioZ. «Abbiamo ideato lo SpazioZ, e abbiamo dato questo nome proprio in riferimento ai ragazzi e alle ragazze di questa generazione. Abbiamo pensato a un’idea dove i ragazzi potessero sentirsi sicuri e ascoltati. Così abbiamo ideato questo progetto dove è stata messa in moto una rete che ha funzionato, con tantissime azioni trasversali. Il consultorio è una di queste azioni, è uno spazio importantissimo per la città perché rappresenta una sperimentazione non presente sul territorio. E ha funzionato perché i dati parlano chiaro: abbiamo avuto 28 nuclei familiari e più di cinquecento accessi.
C’è bisogno di continuare su questa strada. L’ansia è sulla bocca di tutti i ragazzi e le ragazze, molte volte la riflettiamo anche su quelli ancora più piccoli. C’è più consapevolezza negli adolescenti, però allo stesso tempo non si sentono ascoltati e protagonisti, e lo spazio Zeta ha questo come obiettivo. Le segnalazioni sono arrivate dalle scuole, dai docenti, dirigenti scolastici, ma anche dal tribunale per i minorenni e dai servizi sociali. Insomma, il territorio ha risposto bene. Quello che cerchiamo è la continuità, anche se chiaramente questo è un progetto che ha un termine. La sperimentazione ha funzionato, e abbiamo bisogno di mantenerla perché il territorio ne ha bisogno».
E gli esperti come Anna Arcari vicepresidente cooperativa Minotauro di Milano psicologa e psicoterapeuta hanno confermato l’estremo bisogno di creare spazi come questo.
«Gli adulti devono provare insieme a sostenersi per non andare in ansia anche loro. E, invece, cercare di dare un senso all’ansia che manifestano gli adolescenti. Bisogna spiegare che l’ansia, come altre emozioni, è una reazione normale alla fase di vita che stanno affrontando. Gli adolescenti si trovano ad affrontare compiti difficilissimi: la loro crescita, il loro modo di essere al mondo, la costruzione della propria identità e i valori da cui farsi guidare. Ma soprattutto, il compito più difficile oggi è separarsi dagli adulti che li hanno sostenuti, che li hanno messi al centro della famiglia e della vita. Devono riuscire a prendere la propria strada senza sentirsi di tradire gli adulti o lasciarli indietro, ma piuttosto costruire nuove relazioni significative e diventare gli adulti del futuro».
Un progetto che ha visto confrontarsi durante la tavola rotonda anche le istituzioni che hanno inteso prendere spunto. Lo ha confermato Giuseppe Marino capogruppo del Pd di Reggio Calabria.
«Siamo qui su invito della cooperativa sociale Omnia e del centro comunitario Agape per pomeriggio che devo dire è stato molto importante e significativo, per confrontarsi su un tema che ci sta molto a cuore: quello degli adolescenti e del modo in cui coinvolgerli nelle attività pubbliche e sociali della nostra città. Gli adolescenti non devono essere considerati un problema all’interno della nostra comunità, ma invece una grande risorsa.
Oggi stiamo cercando di approfondire tutte le problematiche riguardanti i nostri giovani, in particolare il rapporto all’interno delle famiglie, nelle comunità scolastiche, e il ruolo che queste generazioni devono svolgere all’interno della comunità cittadina. Mi viene subito in mente una bellissima idea offerta recentemente da Renzo Piano, che ha detto che i giovani sono quella categoria che deve mettersi sulle spalle gli adulti per far vedere loro meglio il futuro. Infatti, osservando e ascoltando attentamente i nostri ragazzi, al di là di quelli che possono sembrare atteggiamenti di chiusura o emarginazione, scopriamo una ricchezza importante dentro di loro. Grazie a questa ricchezza, possiamo immaginare quello che sarà il mondo e la società del domani, in cui loro saranno sicuramente protagonisti».
E per Lucia Nucera assessore di Reggio Calabria «tutto questo emerge a margine del periodo di pandemia, che ha creato tante difficoltà per i giovani. È il momento di riprendere il discorso. Si è parlato soprattutto di mettersi in ascolto dei ragazzi, di capire cosa hanno bisogno e, soprattutto, di farli diventare protagonisti. I ragazzi vogliono essere ascoltati e, soprattutto, essere protagonisti delle loro scelte. Anche gli spazi che noi creiamo, come centri di aggregazione e centri ricreativi, devono essere fatti in collaborazione con loro. È importante che i ragazzi sentano questi spazi come propri, perché altrimenti non li vivranno come tali. Dobbiamo ascoltarli, progettare insieme a loro, e ciò che ne verrà fuori sarà qualcosa di autentico, di appartenenza. Dobbiamo arrivare a questo».
