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30/03/2025 ore 17.30
Società

Al Quirinale la bandiera della Pace ricamata a Reggio dalle amiche della sartoria sociale Soleinsieme

In occasione dell’evento “Ottanta anni di storia delle donne in ordine alla vita democratica”, è stata portata in dono dall’Udi nazionale. La città calabrese dello Stretto rappresentata dall’attivista Titti Federico
di Anna Foti

Mani sapienti, animate da creatività e desiderio di riscatto dedite a “intessere” le fila della storia, ricamando sulla bandiera della Pace i nomi delle 21 madri costituenti. Sono state le mani delle amiche di Soleinsieme, impegnate nella sartoria sociale, a “scrivere” sulla bandiera della Pace con ago e filo, strumenti con cui stanno tracciando il loro percorso di autodeterminazione, i nomi delle 21 donne elette nel 1946 nell’assemblea Costituente che poi scrisse la Costituzione.

La bandiera ricamata a Reggio Calabria, unitamente a una copia del Manifesto del Primo Congresso del 1945, è stata potata in dono dall’Udi nazionale al Quirinale, dunque al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione dell’evento “Ottanta anni di storia delle donne in ordine alla vita democratica”.

80 anni di Udi (Unione Donne in Italia) e di Cif (Centro italiano Femminile). 80 anni di impegno femminile per la Democrazia. Per celebrare questo traguardo venerdì una delegazione di 30 Donne dell’Udi, insieme alla delegazione del Cif, è stata ospite al Quirinale presso l’Archivio Storico della Presidenza della Repubblica.

Il dono da Reggio Calabria

Tra loro anche l’attivista Udi di Reggio Calabria, Titti Federico, che ha portato da Reggio Calabria a Roma la bandiera della Pace ricamata dalle amiche della cooperativa Soleinsieme.

«Pensando di regalare, in questo frangente storico di grande preoccupazione, la bandiera della Pace come quella realizzata nel 1947 per accompagnare la raccolta di 3 milioni di firme contro il riarmo, con Rosangela Pesenti è pensato a una riproduzione della stessa. Da qui la mia proposta di farla realizzare alle amiche di Soleinsieme, cooperativa sociale con sede a Reggio Calabria in un bene confiscato e finalizzata ad attivare percorsi di inserimento lavorativo ed inclusione sociale per donne in difficoltà, madri sole e vittime di violenza. Abbiamo così portato da Reggio Calabria, in questa occasione così speciale, un messaggio di Pace declinato attraverso i valori dell’inclusione, della libertà e della legalità.
Giusy Noury e le amiche della cooperativa sono state subito entusiaste dell’idea che hanno immediatamente messo in pratica», ha raccontato Titti Federico, attivista dell’Udi di Reggio Calabria e componente del coordinamento nazionale Udì.

80 anni di storia e impegno

«Nella ricorrenza dell’80° delle Associazioni storiche Centro Italiano Femminile e Unione Donne in Italia è per noi un onore questo invito: l’Udi nasce dai Gruppi di Difesa che avevano partecipato in ogni modo possibile alla Resistenza antifascista. In questi 80 anni di storia abbiamo chiesto che le donne potessero partecipare attivamente alla vita politica, il diritto di voto, il riconoscimento della maternità come valore sociale, il diritto al lavoro ed uguale salario per uguale lavoro, la scelta della mimosa come fiore simbolo dell’8 marzo, il riconoscimento degli stupri di guerra, i treni dei bambini, la pensione per le casalinghe, gli asili nido, il diritto di famiglia, i consultori, e tanto tanto altro. In un mondo che cambia e che si evolve il nostro impegno continuerà coerente, mantenendo saldi i nostri pilastri di democrazia libertà e pace, sempre dalla parte delle donne e con le donne», si legge su sito di Udi nazionale.

L’Udi Reggio Calabria tra le prime in Italia

L’Unione donne in Italia, ha mosso i primi passi nel settembre 1944 partecipando alla Resistenza. Da subito si pose a livello nazionale come maggiore organizzazione femminile di promozione politica, sociale e culturale. A Reggio iniziò il suo cammino da subito, già dal 1944, con attività a sostegno ai più vulnerabili, ai reduci, alle famiglie e ai bambini piegati dalla guerra e dalla miseria.
Tracce dell’attività dell’Udi a Reggio Calabria tra il 1944 e il 1945 sono presenti nel ricco archivio dell’Udi reggina.

Le madri costituenti

Nell’anno del primo voto amministrativo delle donne del marzo del 1946, seguito anche del voto politico al referendum che portò l’Italia a diventare una Repubblica, solo ventuno, su 556 eletti, furono le donne (nessuna calabrese), tra le quali anche numerose partigiane, elette all’Assemblea Costituente: Adele Bei, Bianca Bianchi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Maria De Unterrichter Jervolino, Filomena Delli Castelli, Maria Federici, Nadia Gallico Spano, Angela Gotelli, Angela Maria Guidi Cingolani, Leonilde Iotti (componente della Commissione dei 75 che lavorò alla proposta del progetto di Costituzione e prima presidente della Camera dei Deputati della storia Repubblicana 1979-1992),Teresa Mattei, Angelina Livia Merlin, Angiola Minella, Rita Montagnana Togliatti, Maria Nicotra Fiorini, Teresa Noce Longo, Ottavia Penna Buscemi, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi, Vittoria Titomanlio. Tra loro molte erano state partigiane (Laura Bianchini, Maria Federici, Angela Gotelli, Teresa Mattei, Angola Minella, Teresa Noce).