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11/12/2024 ore 07.30
Società

Antonio Megalizzi, l’eterno ragazzo Europeo

L’11 dicembre 2018 l’attentato in cui perse la vita a Strasburgo il giovane giornalista radiofonico, appassionato di Europa, nato a Trento da genitori originari di Puzzi, frazione collinare di Reggio Calabria. La fondazione, istituita in sua memoria, quest’anno ha compiuto cinque anni
di Anna Foti

«Grazie a chi da cinque anni anima la fondazione, portando con sé un po’ di Antonio». Sono queste le parole di gratitudine rivolte, in occasione del recente quinto anniversario della fondazione intitolata alla memoria del fratello Antonio, rimasto vittima dell’attentato terroristico del 2018 a Strasburgo, da Federica Megalizzi ai volontari e alle volontarie che si sono spesi e si spendono per mantenere viva la memoria di Antonio.

Antonio aveva 29 anni, era trentino di sangue calabrese perchè figlio di genitori reggini, Domenico e AnnaMaria originari della frazione collinare di Puzzi dove lo scorso anno la comunità ha inaugurato una “panchina europea”. Il suo cuore, dunque, era anche un pò calabrese per i tanti affetti che qui ritrovava ogni estate e nelle tante altre occasioni in cui scendeva a trovare i nonni e i parenti.

Le iniziative (solo) a Trento e il compleanno della fondazione

«Sono già passati 6 anni dall’11 dicembre 2018, la sera dell’attentato a Strasburgo, e dal 14 dicembre, quando è scomparso Antonio.  Per sentirci più vicini in questi giorni così difficili, vi aspettiamo a Trento l’11 in via Manci e il 13 dicembre in via Belenzani. Sarà una bella occasione per conoscerci, scoprire cosa facciamo e, se volete, contribuire con qualche donazione per i nostri progetti futuri.

La Fondazione è nata un anno dopo la perdita di Antonio e in questi cinque anni è cresciuta tantissimo grazie a tanti e tante che si sono impegnati per permettergli di continuare ad essere presente e futuro. Le iniziative che abbiamo realizzato insieme, i progetti che stiamo sviluppando e il supporto che riceviamo sono ciò che rende tutto questo possibile». Questo quanto si legge sul profilo face book della fondazione Antonio Megalizzi, che i familiari e amici hanno deciso di istituire un anno dopo la sua tragica e prematura scomparsa e che ha compiuto cinque anni lo scorso 3 dicembre.

«Vogliamo che la fondazione sia un posto per le persone perché questo è davvero l’unico modo per continuare a far camminare il messaggio di Antonio. Cammina sulle nostre gambe, su quelle dei compagni di Europhonica, dei colleghi di università ma anche delle persone che non lo hanno conosciuto e che però si riconoscono nei valori europei in cui lui credeva», dichiara in occasione del quinto anniversario della fondazione Luana Moresco, che è stata la fidanzata di Antonio e che ha ricoperto il ruolo presidente fino allo scorso agosto quando, divenuta vicepresidente, ha passato il testimone a Federica, sorella di Antonio.

L’attentato a Strasburgo

Era l’11 dicembre 2018 quando il jihadista Chérif Chekatt, che fu subito ucciso dalla polizia, aprì il fuoco nello storico e affollato mercatino di Natale della città francese. Uccise cinque persone, tra le quali Antonio. Il suo complice Audrey Mondjehi, che lo aveva aiutato a trovare le armi, lo scorso aprile è stato condannato a 30 anni di carcere dalla Corte d’Assise di Parigi.

Raggiunto da un proiettile alla testa, Antonio era parso subito in gravissime condizioni. Nulla poté essere fatto per salvarlo. Morì tre giorni dopo, il 14 dicembre 2018. Antonio aveva tanta voglia di vivere, di raccontare, di mettere la sua voce al servizio di un’Europa che lui considerava essenziale e imprescindibile per un futuro di libertà e pace. Un’Europa che andava conosciuta, vissuta, raccontata e condivisa.

Ambasciatori d’Europa nel nome di Antonio

E infatti questa è la principale missione della fondazione che con questo fine promuove il progetto Ambasciatori che ha già formato 120 giovani che hanno deciso di farsi portavoce del messaggio di Antonio e che hanno incontrato in tutta Italia oltre 10 mila studenti.

L’obiettivo del progetto è quello di promuovere e diffondere i valori dell’Unione europea, quello di avvicinarla a bambini e bambine, adolescenti e giovani adulti. L’impatto delle istituzioni europee nella vita quotidiana e l’importanza di partecipare attivamente alla propria realtà locale, nazionale ed europea sono le direttrici che animano il progetto promuovendo la formazione e la sensibilizzazione, creando opportunità di incontro e conoscenza delle istituzioni europee, coltivando quello spirito critico che Antonio aveva e che lo aveva sempre spinto a una comunicazione chiara ed efficace. Un progetto che ancora attende di riscontrare in Calabria un maggiore radicamento.