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01/07/2023 ore 19.11
Società

Bronzi di Riace: l’app in 3D che svela com’erano in origine

Un progetto ambizioso che nasce dalle teorie del professore Daniele Castrizio, una vera e propria ‘macchina del tempo’ che potrebbe rivoluzionare l’archeologia pubblica
di Marina Crisafi

Rivederli in “perfetta forma” com’erano all’origine, con i colori vividi, le labbra rosse, gli occhi ben delineati. Oggi è possibile con l’app intitolata “I bronzi di Riace” che mostra i due guerrieri in 3D e in versione originale, illustrata da Daniele Castrizio, storico e docente di numismatica all’Università di Messina, in occasione dell’evento di ieri sera al Centro Macrobiotico di Reggio Calabria.

App ‘I bronzi di Riace’ una vera e propria macchina del tempo

I due guerrieri più celebri al mondo continuano a stupire anche a più di 50 anni dal loro ritrovamento e ad affascinare con i loro misteri. Attraverso l’app, basata sulla tecnologia 3D, si possono trovare in parte alcune risposte, perché grazie alle teorie di Castrizio possono essere visti nella loro veste originale, muniti di scudo lancia ed elmo e con i loro veri colori.

Dedicata agli amanti dell’arte di tutto il mondo ma anche a chi «ha la bronzite come me che ne sono affetto dall’81 – scherza il professore – l’app mostra il loro colore d’oro, che consente di spiegare il fatto che dovevano diventare “biondi”, le labbra e i capezzoli rossi, il bulbo oculare di calcite che dava l’idea dell’occhio vivo e finanche la caruncola lacrimale rosa, ma anche scudi, lance ed elmi come imponeva il sistema iconografico antico».

Com’è nata l’app ‘I bronzi di Riace’

L’app, basata sulle teorie di Castrizio sui due guerrieri più celebri al mondo «è il coronamento di un progetto finanziato dall’università di Messina, creato da Saverio Autellitano con l’aiuto dell’ingegner Gabriele Candela» spiega lo storico ai presenti e rappresenta, in sostanza, una vera e propria “macchina del tempo” che consente di vedere il Bronzo A e il Bronzo B non solo in 3D ma anche com’erano all’origine con i loro colori e muniti di scudo, lancia ed elmo, direttamente da qualsiasi dispositivo elettronico.

Come scaricarla

Non c’è bisogno di essere esperti per capire le potenzialità di un’applicazione simile che potrebbe consentire notevoli passi avanti nell’archeologia pubblica ed essere utilizzata per tutte le opere d’arte, a 360 gradi. L’applicazione, ricordiamo, fu presentata alla fine del 2021 dall’Unime e fu anche ospite di Rai1 nel corso della trasmissione Uno Mattina. Ad oggi, l’app è disponibile per i dispositivi Android (non ancora da IoS) ed è semplicissima da usare.

Basta scaricarla e puntare sul bronzo A o sul bronzo B, selezionando la voce di interesse, perché i bronzi sono così simili che l’applicazione non riesce a distinguerli, e inquadrare ciascuna statua per ammirarla come doveva essere al momento della sua realizzazione direttamente sul proprio smartphone.

Un progetto ambizioso, dunque, che potrebbe cambiare il modo di percepire l’arte ma che ad oggi, inspiegabilmente, non è inserito nel circuito museale del MArRC per essere messa a disposizione di tutti i visitatori dei bronzi, consentendo, attraverso questo tuffo nel passato, di valorizzarli e raccontarli come meritano.