Sezioni
05/10/2025 ore 22.00
Società

Buonanotte Gaza: l'Umanità illustrata di Antonio Federico avvicina gli eventi alla nostra coscienza -VIDEO

L'artista, fumettista e scrittore originario di Reggio Calabria e oggi docente al liceo artistico di Pietrasanta, racconta insieme la disperazione e la speranza
di Anna Foti

class="lac-video-embed" width="640" height="360"

«Non si può restare indifferenti alla morte e alla distruzione che la guerra ha generato a Gaza, colpendo, come sempre accade in ogni guerra, i più fragili come i bambini. In quanto artista cerco di contribuire a sensibilizzare, rappresentando il punto di vista di chi vive e subisce quella guerra».

Il tratto di Antonio Federico, artista, fumettista e scrittore originario di Reggio Calabria e oggi docente al liceo artistico di Pietrasanta, segue il tempo con le sue trasformazioni e i suoi accadimenti. Anche e soprattutto quando sono tragici, come lo è la guerra che rivela la tenebra e la luce che convivono nell’umanità. E infatti la sua Umanità illustrata racconta anche Gaza, con i suoi bambini in fuga e senza più un’infanzia. Racconta della notte che avanza tra le macerie anche per loro.

«Buonanotte Gaza è nato pensando ai loro pianti inascoltati. Bambolotti rotti e mutilati fatti a pezzi, volano in aria come piccoli pupazzi.
Non possiamo più restare in piedi. Mi inginocchio e penso a loro, ci indigniamo, sono polvere che va. È il mio tributo per esprimere tutto il dolore per ciò che sta avvenendo. Ho visto in loro – racconta Antonio Federico – e nel bambino che scappa con il fratellino sulle spalle, la resistenza opposta dai bambini a questa barbarie. Senza certezze ma una resistenza». In quella risposta “Non lo so più” alla domanda se ancora fossero bambini è racchiuso tutto lo smarrimento di una generazione che nessuno sta riuscendo a difendere.

«Ho visto una grande piccola luce in quel gesto e l’ho fermata in quel disegno che è stato molto condiviso, come anche quello della Global Sumud Flotilla, del suo approdo ostacolato e della solidarietà agli attivisti. Questo dimostra – continua l’artista reggino – che nel cuore della gente c’è voglia di credere e di guardare al futuro. Vasco e Giorgia hanno anche loro condiviso i miei disegni. Una soddisfazione, certo, ma soprattutto la forte testimonianza di una necessità comune e condivisa di dare voce alla Speranza. Al di là della celebrità del personaggio, contano le persone e la comune sensibilità».

Lo sguardo e di conseguenza il tratto di Antonio Federico hanno toccato anche chi questa guerra la racconta da testimone come i giornalisti. «Ho immaginato un dialogo tra loro in cui a un bambino viene chiesto perchè pensi al paradiso. Il bambino è lucido e la risposta disarmante dettata dalla fame e dal basilare bisogno di cibo per soddisfare il quale forse esiste un luogo che non sia la terra e anche la morte sarebbe sopportabile».

Anche se l’attualità più pressante è rappresentata dai bombardamenti israeliani sulla striscia di Gaza, da tre anni si combatte anche nel cuore dell’Europa in Ucraina. «Mi ha colpito il tentativo di salvare i bambini attuato dalle famiglie, scrivendo sui loro indumenti il gruppo sanguigno, in caso fossero colpiti e una trasfusione veloce potesse salvarli».

Il disegno di Antonio Federico accorcia le distanze, avvicina gli eventi alla nostra coscienza.

«Mi piace raccontare storie. Mi piace farlo disegnando e scrivendo. Umanità illustrata mi permette di arrivare al cuore delle persone. Sento, per questo, anche il dovere di raccontare sia guerra e che la speranza e la vita. Sono convinto che l’arte debba fare questo. Attraverso una linea, quella del disegno fumettistico, essa sa essere anche tagliente e dunque denunciare, arrivando dritto al cuore di tutti. Sembra sia dall’altra parte del mondo – conclude Antonio Federico – ma invece questa realtà è molto, molto vicina anche alla nostra. Bisogna prenderne coscienza».