Calabria con i miei Occhi: una mostra ed un book fotografico per trasformare spiritualità e inclusione in un racconto di bellezza universale - VIDEO e FOTO
Reggio Calabria si accende di suggestioni nuove. Dentro il cuore del Museo Archeologico Nazionale, là dove i Bronzi di Riace custodiscono da secoli il mito, è stato inaugurato un viaggio che non appartiene soltanto all’arte, ma alla vita stessa. “Calabria con i miei occhi. Spiritualità e cultura” è un book e mostra fotografica, ma ancor di più è un canto corale che intreccia fede, identità e inclusione, un racconto fatto di immagini, emozioni e volti che si fanno simbolo.
Ventidue fotografie, raccolte nella cornice della Piazza Paolo Orsi del Marc, diventano finestre spalancate su una Calabria che si lascia osservare con occhi nuovi. Non quelli di un osservatore qualunque, ma di ragazzi che la vita aveva abituato a muoversi in silenzio, lontani dai riflettori, e che oggi sono protagonisti assoluti. Giovani modelli autistici, chiamati a incarnare la spiritualità dei santuari, la forza delle rocce, la dolcezza di paesaggi che portano dentro di sé secoli di storia e di fede.
La mostra nasce dall’omonimo volume edito da Rubbettino e promosso dall’Associazione Jole Santelli in collaborazione con Modelli si Nasce Onlus, curata dalla poliedrica Liria Ingallina e resa viva dalle creazioni visionarie di Giuseppe Fata, maestro dell’alta moda, e dagli scatti di Emanuele Tetto, fotografo romano che ha saputo trasformare ogni immagine in un atto poetico. È la Calabria sospesa tra sacro e quotidiano, tra spiritualità e identità, a emergere con potenza: una terra di resilienza che si specchia nei volti dei suoi giovani narratori.
La presidente dell’associazione, Paola Santelli, parla con voce colma di emozione: «È arrivata una giornata tanto attesa, dopo un anno di lavoro intenso. Lavorare con questi ragazzi è come far parte di un team vero e proprio: un impegno a 360 gradi che si trasforma in Calabria con i miei occhi». Poi precisa la natura del progetto: «Non è un book promozionale o una semplice mostra fotografica. Per noi vuole essere un viaggio emozionale, che attraversa undici santuari scelti come location per omaggiare l’Anno giubilare mariano. Sono luoghi simbolo di spiritualità e identità della nostra Calabria, magistralmente interpretati da modelli professionisti che sono anche ragazzi autistici. Hanno dimostrato talento, forza, resilienza e una voglia straordinaria di esserci. Sono diventati i custodi e i narratori di queste immagini meravigliose».
Parole che restituiscono la profondità di un percorso che non si limita a immortalare la bellezza di un paesaggio, ma che affida a ciascuno scatto la forza di un messaggio unico. «Con Calabria con i miei occhi – aggiunge Paola Santelli – vogliamo restituire l’immagine di una Calabria dell’accoglienza e della speranza, capace di riconoscere e valorizzare i talenti in tutte le forme. Abbiamo trasformato un grande talento in una bellezza condivisa».
Accanto a lei si inserisce la testimonianza di Barbara Massucci, segretaria dell’associazione Modelli si Nasce, che da anni accompagna ragazzi autistici lungo un percorso di formazione e professionalizzazione: «È partita come una sfida nel 2018 e si è trasformata in una miniera d’oro. Questi ragazzi sono straordinari: attraverso workshop e percorsi di specializzazione sono diventati professionisti capaci di calcare passerelle importanti. A Roma, in Piazza di Spagna, due di loro hanno sfilato accanto a modelle affermate. Ora, in Calabria, con questa seconda edizione, hanno raggiunto livelli altissimi». Ma la vera rivoluzione sta nel riconoscimento del loro lavoro: «Per la prima volta i nostri ragazzi sono stati retribuiti come modelli professionisti. Non è un percorso terapeutico, ma una carriera. L’autismo passa in secondo piano di fronte alla bravura e alla bellezza che dimostrano».
Un segno tangibile di emancipazione, che trasforma l’arte in ponte di inclusione. Un segno che si ritrova anche nelle parole di Giuseppe Fata, stilista e scultore che ha regalato al progetto le sue creazioni ispirate alla Magna Grecia: «Vedere la mia arte indossata da questi ragazzi è stata un’emozione nelle emozioni. Tra il patrimonio artistico, culturale e religioso della Calabria e la loro interpretazione ho ritrovato l’obiettivo più autentico: unire bellezza e inclusione». Non si ferma qui: «Ho già in mente di realizzare qualcosa a livello nazionale e, perché no, portare questi ragazzi in una vetrina come la Milano Fashion Week».
Ma la forza della mostra sta soprattutto nella voce dei protagonisti. Christian Falvo, modello e ragazzo con autismo, lo racconta senza filtri: «Posare non è sempre facile, perché devi essere tu stesso a metterti in posa e a sorridere. Ma vedere le persone che ci osservano al Museo e sapere di essere riusciti a raccontare la Calabria è una grande soddisfazione». Poi lascia un pensiero che risuona come un monito: «Ricordatevi una cosa: la bellezza rimane sempre dentro di voi. L’invidia è ciò che distrugge. La bellezza invece è un sorriso, e va portata avanti senza paura».
E ancora Lorenzo Gualtieri, che con orgoglio rivendica il percorso fatto: «Siamo protagonisti e professionisti. Non solo in Calabria, ma anche a livello nazionale dopo l’evento fotografico di Roma. Qui mi sono sentito orgoglioso: abbiamo posato, sfilato, rilasciato interviste. Ci siamo sentiti veri professionisti». Poi confida il suo sogno: «Vorrei che questo diventasse un lavoro a tutti gli effetti. Ho avuto già esperienze come modello in Calabria e mi piacerebbe continuare. È stata una bellissima esperienza e voglio farne tante altre».
Tra le pareti del Museo, che custodisce la memoria più antica della Calabria, la mostra diventa così un atto di contemporaneità. Fabrizio Sudano, direttore del MArRC, lo ribadisce con chiarezza: «Siamo lieti di ospitare al Museo un progetto che unisce ricerca artistica, sensibilità sociale e valorizzazione del territorio. Crediamo che la cultura sia, prima di tutto, uno strumento di inclusione e di crescita collettiva, e questa iniziativa ne è una dimostrazione concreta».
Le immagini raccontano di santuari arroccati, di cappelle rupestri, di panorami che si aprono come ferite luminose tra le montagne e il mare. Raccontano la Calabria nella sua nudità e nella sua grandezza, ma anche la capacità dei suoi figli di reinventarla, di darle voce e respiro. Ogni fotografia è un mosaico che mescola sacro e umano, tradizione e modernità. Ogni volto è specchio di una bellezza che non si lascia ingabbiare da etichette, che si fa linguaggio universale.
“Calabria con i miei occhi” non è soltanto un titolo. È un invito a guardare diversamente, ad accogliere senza paura, a lasciarsi sorprendere. È un atto di coraggio che nasce dall’incontro tra istituzioni e associazioni, tra arte e sociale, tra la memoria di una terra antica e la visione di chi sa immaginare futuro. È la prova che la bellezza, quando è condivisa, diventa forza capace di trasformare tutto.
Il Museo Archeologico di Reggio Calabria, con la sua storia millenaria, ha accolto un racconto che appartiene al presente e che parla direttamente al cuore del visitatore. Perché la vera bellezza non è mai solo da contemplare, ma da vivere, insieme.