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04/08/2025 ore 17.00
Società

Calabria, Pititto (CGIL): «Legalità non è una parola vuota: chi la mette in discussione aiuta ’ndrangheta e malaffare»

Chi oggi mette in discussione la cultura della legalità, chi lancia messaggi ambigui o fa paragoni inaccettabili, di fatto offre un alibi morale alla criminalità organizzata.
di Redazione

«In Calabria, ogni giorno, la ’ndrangheta colpisce chi ha il coraggio di non piegarsi. Imprese sane che vengono minacciate, bruciate, devastate; basti pensare alla Valle del Marro o all’impresa di Villa San Giovanni a cui hanno incendiato l’escavatore.

In questa terra martoriata, dove chi ha detto “no” alla mafia ha pagato con la vita, con i sequestri di persona o con la paura quotidiana, non possiamo permetterci che qualcuno relativizzi il valore della legalità.

Chi oggi mette in discussione la cultura della legalità, chi lancia messaggi ambigui o fa paragoni inaccettabili, di fatto offre un alibi morale alla criminalità organizzata. È un insulto a chi ha resistito, a chi ha denunciato, a chi è rimasto solo ma non ha voltato le spalle alla giustizia.

Nel lavoro, la legalità è un concetto fondamentale per garantire diritti, dignità e sicurezza sia ai lavoratori sia ai datori di lavoro. Significa rispettare tutte le leggi e i contratti che regolano il mondo del lavoro, combattendo fenomeni come lo sfruttamento, il lavoro nero e la discriminazione.

Come ricordò Papa Francesco in Calabria, non c’è compatibilità possibile tra chi si dice cristiano e chi protegge o giustifica le mafie. Non si tratta di ideologia: si tratta di scegliere da che parte stare. E noi stiamo, senza se e senza ma, dalla parte di chi difende la legge, la libertà, la dignità delle persone.

Questa è la Calabria vera, quella che resiste, che non accetta compromessi, che non ha paura di chiamare le cose col loro nome. Tutto il resto è solo complicità».