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07/08/2025 ore 17.00
Società

Codacons Reggio invoca una circolare che obblighi i Comuni a contabilizzare le utenze pubbliche

Antonia Condemi, presidente provinciale dell'associazione: «Non è ammissibile che un Comune non contabilizzi i propri consumi e costi interni, scaricando di fatto il peso economico su cittadini e imprese»
di Redazione

«Il Codacons, sulla scorta anche delle polemiche sorte qualche settimana fa con il Comune di Reggio Calabria e delle improvvide dichiarazioni di Sorical che ha minacciato l’interruzione del servizio per gli utenti morosi, ha inviato una nota ai Ministeri dell’Economia e delle Finanze (Mef), dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), nonché all’Arera – Autorità di Regolazione per Energia Reti e
Ambiente – per sollecitare l’adozione urgente di una circolare interpretativa vincolante che imponga agli enti locali la corretta contabilizzazione delle utenze riferite agli immobili pubblici. La richiesta nasce da una grave e diffusa anomalia: in numerosi Comuni, le utenze relative a edifici pubblici – come scuole, impianti sportivi, sedi istituzionali, uffici comunali e immobili ad uso collettivo – non vengono contabilizzate nel Piano Economico Finanziario (Pef) del servizio rifiuti né nei documenti contabili dell’ente, generando distorsioni nei costi del servizio e squilibri nella ripartizione della Tari e del SII tra utenze domestiche e non domestiche.


«Abbiamo chiesto a Sorical un incontro per introdurre una moratoria ed effettuare le verifiche del caso ma è pacifico che i consumi interni del Comune debbano essere registrati contabilmente, anche in assenza di contratto formale», dichiara l’Avv. Antonia Condemi, presidente provinciale del Codacons Reggio Calabria. «Lo impone il principio di universalità e integrità del bilancio pubblico, sancito dall’art. 2 del D.Lgs. 118/2011, che vieta la gestione extracontabile di entrate e spese».
Il Codacons sottolinea come la mancata contabilizzazione delle utenze pubbliche comporti una sottostima dei costi complessivi del servizio rifiuti, con conseguente alterazione del Pef; una ripartizione iniqua della Tari, che grava in modo sproporzionato sulle utenze domestiche e sulle imprese; una violazione dei principi di trasparenza, equità e responsabilità fiscale sanciti dalla normativa contabile pubblica ed un errata contabilizzazione delle utenze idriche che si riflette sui costi imposti ai cittadini.


«Non è ammissibile che un Comune non contabilizzi i propri consumi e costi interni, scaricando di fatto il peso economico su cittadini e imprese. Serve un intervento normativo chiaro, uniforme e vincolante, che imponga agli enti locali di rilevare e registrare tutte le utenze pubbliche, anche in assenza di contratto formale».
La circolare richiesta dovrebbe chiarire apportare chiarezza in ordine all’obbligo di rilevazione contabile delle utenze riferite a immobili pubblici; all’inclusione di tali costi nel Pef come partite rilevanti; la possibilità di registrazione extracontabile solo in forma gestionale interna, con obbligo di tracciabilità e l’applicazione del principio “chi inquina paga” anche agli immobili istituzionali.
Il Codacons si riserva di promuovere ulteriori iniziative, anche in sede giudiziaria, qualora non dovesse pervenire un riscontro tempestivo da parte delle istituzioni competenti.