Consegnato alla Commissione parlamentare un Manifesto politico: una strategia nazionale contro la violenza di genere
Raccoglie le richieste e le proposte nate dal confronto avvenuto a Reggio Calabria. Il documento delinea una strategia strutturale e finanziata per prevenire la violenza di genere, proteggere le vittime e formare adeguatamente istituzioni, scuole e famiglie
Un manifesto politico che raccoglie le richieste e le proposte nate dal confronto avvenuto a Reggio Calabria. Il documento delinea una strategia strutturale e finanziata per prevenire la violenza di genere, proteggere le vittime e formare adeguatamente istituzioni, scuole e famiglie.
Proposte per una strategia nazionale contro la violenza di genere è stato indirizzato alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere alla Presidente On. Marta Semenzato.
Il confronto avvenuto a Reggio Calabria durante l’iniziativa “Mai più sola” ha dato voce a testimonianze dirette, operatori del settore, professionisti, famiglie, volontari e cittadini. Da queste voci emerge con chiarezza l’urgenza di un intervento politico strutturale, non più rimandabile e non più frammentario.
Le parole che bruciano, le donne che resistono: "Mai più sola" apre da Reggio una nuova stagione nella lotta alla violenza di genere - FOTOLa violenza di genere non è un’emergenza episodica, ma un fenomeno sistemico che richiede risposte coraggiose, finanziate adeguatamente e integrate fra prevenzione, protezione e formazione.
Alla luce delle risultanze dell’incontro, presentiamo alla Commissione il seguente Manifesto di impegni e proposte concrete.
La voce che spezza l’ultimo silenzio: il network LaC ed il giornalismo che si schiera accanto alle donne ferite dalla violenzaPROPOSTE PROGRAMMATICHE
1. Incremento strutturale degli investimenti nella prevenzione e nelle misure di protezione
- Aumento immediato dei fondi destinati alle misure di sicurezza attiva, tra cui braccialetti elettronici, sistemi di allerta e dispositivi tecnologici avanzati per il controllo degli aggressori.
- Finanziamenti dedicati alla creazione di protocolli più rapidi per l’attivazione di tali strumenti, evitando ritardi amministrativi che possono mettere a rischio le vittime.
- Potenziamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio, assicurando risorse continuative, e non straordinarie.
2. Stop alle riforme “a costo zero”
- Le politiche contro la violenza di genere non possono essere prive di copertura economica: la sicurezza delle donne richiede investimenti certi, pluriennali e verificabili.
- Ogni nuova misura legislativa deve prevedere risorse garantite, evitando riforme simboliche e inapplicabili per mancanza di fondi.
- Introduzione di un monitoraggio annuale sull’impiego delle risorse e sui risultati ottenuti.
3. Formazione obbligatoria, specializzata e continua per tutti gli operatori del settore
- Percorsi formativi obbligatori e certificati per forze dell’ordine, magistrati, avvocati, sanitari, assistenti sociali, basati su:
- riconoscimento precoce dei segnali di rischio;
- gestione dei casi complessi;
- approccio rispettoso e non giudicante verso le vittime;
- coordinamento multidisciplinare.
- Prevedere aggiornamenti periodici e valutazioni di competenza per garantire uniformità negli interventi su tutto il territorio nazionale.
4. Introduzione stabile di percorsi scolastici dedicati all’educazione sentimentale e al rispetto reciproco
- Inserimento in ogni ordine di scuola (dalla primaria alle superiori) di programmi curriculari dedicati a:
- educazione emotiva e sentimentale;
- gestione dei conflitti e comunicazione empatica;
- parità di genere, rispetto dell’altro e decostruzione degli stereotipi;
- consapevolezza delle dinamiche di controllo, possesso e dipendenza affettiva.
- Collaborazione tra scuola, famiglie, psicologi e associazioni specializzate.
5. Percorsi specifici sulla vittimizzazione secondaria e sull’impatto dei social media
- Obbligo di formazione per operatori e istituzioni sulla vittimizzazione secondaria, per impedire che la donna venga colpevolizzata o esposta a rischi aggiuntivi.
- Programmi educativi e campagne pubbliche sui rischi connessi ai social media:
- cyberviolenza, stalking digitale, controllo e manipolazione online;
- tutela dell’immagine e della reputazione;
- procedure semplificate di segnalazione e supporto per minori e famiglie.
6. Educazione e prevenzione precoce in dialogo con le famiglie
- Attivare percorsi di sensibilizzazione che coinvolgano genitori e bambini fin dai primi anni di vita, per lavorare sulla cultura del rispetto, dell’ascolto e dell’empatia.
- Creare sportelli scolastici di ascolto e formazione dedicati ai nuclei familiari, favorendo un’alleanza educativa stabile fra scuola, territorio e servizi sociali.
Il Manifesto “Mai più sola” chiede con forza che la lotta alla violenza di genere diventi una priorità strutturale dell’agenda politica nazionale.
Le donne non devono essere lasciate sole. Le famiglie non devono essere lasciate sole. Le istituzioni non devono più poter dire «non c’erano strumenti».
La protezione delle donne è un dovere costituzionale e un impegno morale verso le generazioni presenti e future.
Chiediamo alla Commissione di sostenere, tradurre in normazione e rendere operativi questi punti, affinché ogni donna possa vivere libera dalla paura e protetta dai suoi diritti.
A contribuire alla stesura del progetto le donne e gli uomini che hanno offerto il loro apporto a “mai più sola”:
Paola Santelli, Roberta Santelli, Elisa Barresi, Simona Scarcella, Anita Liporace, Annamaria Rositani, Maria Rita Parsi, Luigi Vircillo, Gabriella Castelletti, Flavia Modica, Enrico Palermo, Saveria Cusumano, Francesca Mallamaci, Maria Grazia Falduto, Domenico Maduli