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11/06/2025 ore 08.30
Società

Controlli mirati, repressione e prevenzione, riqualificazione, ascolto del territorio: ecco come sarà garantita la sicurezza urbana a Reggio

Approvata in giunta all'unanimità l'intesa collaborativa tra Prefettura di Reggio Calabria, Comune e Città Metropolitana per risanare il tessuto degradato e marginalizzato dove si annidano criminalità, illegalità e delinquenza. Un accordo a tempo, con scadenza al 31 dicembre 2025
di Anna Foti

Decoro degli spazi comuni, deputati alla convivenza civile, all’aggregazione e alla coesione sociale. Sicurezza urbana è anche questo. Lo si evince chiaramente (e finalmente) dall‘intesa collaborativa tra Prefettura, Comune e Città Metropolitana di Reggio Calabria il cui schema è stato approvato in giunta a palazzo San Giorgio all’unanimità. Un’intesa improntata alla logica olistica che calibra le iniziative da dispiegare sul singolo contesto urbano, sempre in coerenza con le politiche pubbliche per la sicurezza. Un protocollo a tempo, che scadrà il prossimo 31 dicembre 2025.

La degenerazione dei luoghi e la negazione dei diritti

Non solo la criminalità organizzata compromette la sicurezza ma anche la criminalità e le illegalità diffuse che, violando l’integrità di uno spazio comune, lo sottraggono alla vocazione di bene collettivo. Rendono una strada, centro di spaccio di droga o un luogo ostaggio di fenomeni delinquenziali predatori (street crime); una piazza, una discarica a cielo aperto; un comparto di alloggi popolari, uno stabile occupato abusivamente e gestito per trarne illeciti profitti.

La degenerazione dei luoghi indebolisce la collettività e impatta in modo negativo sulla qualità della vita determinando un decremento di benessere e di diritti fruibili, negati proprio dal disagio e dal degrado di cui la criminalità si nutre e si annida.

Lo stato di abbandono e incuria di molti (troppi luoghi) a Reggio, e non solo nelle sue periferie, richiama fermamente le istituzioni ad un’azione sistemica e sinergica, a una strategia condivisa che, restituendo questi beni, ristabilisca ordine e legalità e garantisca dunque decoro degli spazi e sicurezza per le persone.

Controllo e prevenzione legati a doppio filo

L’intesa approvata in giunta comunale nelle scorse settimane tra Prefettura, Comune e Città Metropolitana di Reggio Calabria non può prescindere dal coinvolgimento delle forze dell’ordine. La strategia di controllo del territorio è essa stessa prevenzione di degrado e disagio è da integrarsi con adeguate politiche di riqualificazione urbana e risanamento del tessuto sociale e produttivo.

Lo strumento pattizio consente di delineare «il perimetro e gli strumenti di progettazione condivisa delle pertinenti politiche pubbliche, le modalità con le quali le diverse “componenti” istituzionali sono chiamate a dispiegare gli interventi e le azioni nell’ambito delle rispettive competenze».

Lotta alla marginalità per garantire coesione sociale

Esso appare idoneo a garantire il bene “sicurezza urbana”, da realizzarsi attraverso «interventi di riqualificazione delle aree e dei siti degradati, di eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale, di prevenzione della criminalità, in particolare di quella predatoria, di promozione della cultura del rispetto della legalità, nonché di affermazione di più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile». Tutti gli attori sono chiamati allo scambio di dati e informazioni per una messa in opera di interventi mirati e puntuali.

L’intesa si inquadra nel solco tracciato dal Viminale che ha sollecitato il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica a valutare sui territori nuove e più incisive misure di vigilanza, modulate sulle esigenze riscontrate nei vari contesti urbani ritenuti sensibili. E infatti l’intesa recentemente approvata prevede la sua attivazione per la «verifica dell’efficacia e l’eventuale rimodulazione, in sede tecnica, del Piano coordinato di controllo del territorio, in relazione alle risultanze dell’andamento della criminalità e, in particolare, dei reati che suscitano maggior allarme sociale, nonché della loro incidenza nelle “aree di rischio”, la revisione delle quali sarà prevista con cadenza semestrale».

Servizi straordinari e congiunti di Polizia

Lo stesso Comitato «disporrà azioni mirate sui luoghi individuati come “a rischio” che dovranno, per quanto possibile, massimizzare l’impiego delle risorse disponibili sul territorio; definirà gli indirizzi generali utili a garantire l’efficace programmazione, in chiave coordinata e sistematica, di servizi straordinari di controllo del territorio “ad alto impatto” da espletarsi nelle zone maggiormente esposte a fenomeni di illegalità diffusa e di degrado.

I suddetti servizi straordinari di controllo del territorio saranno di volta in volta pianificati in sede tecnico-operativa d’intesa tra le Forze di Polizia – con il coinvolgimento anche, in caso di necessità, dei Reparti di rinforzo delle Forze di Polizia medesime e della Polizia Locale – previo puntuale interscambio informativo sull’andamento della delittuosità e relativi fattori di rischio».

La sicurezza della Movida

Invocata anche la cooperazione tra i gestori degli esercizi commerciali e locali di intrattenimento e le Forze di polizia, mediante appositi accordi sottoscritti tra il prefetto e le organizzazioni maggiormente rappresentative degli esercenti.

La strategia di ascolto

Condivisa la necessità di una «“strategia dell’ascolto” delle diverse espressioni del tessuto sociale, associativo, produttivo, del mondo del lavoro, nonché delle rappresentanze delle comunità immigrate, da allargarsi anche ad altri soggetti esponenziali della società civile cittadina, quali i comitati civici e di quartiere».

Le aree sottoposte a particolare tutela

Dal canto suo, il Comune di Reggio ha già proceduto all’individuazione, nel proprio regolamento comunale di polizia urbana approvato con delibera del consiglio comunale dello scorso 19 maggio, delle aree da sottoporre a particolare tutela. Aree interessate da consistenti flussi turistici tra i quali anche i litorali, aree adibite a verde pubblico, ove sono più frequenti i comportamenti in danno del decoro urbano o che ne impediscano l’accessibilità e la fruibilità.

Ecco le aree individuate e tutte pressoché in centro: piazza Italia, piazza Duomo, piazza Sant’Agostino, piazza Garibaldi, piazza De Nava, scalinate Eremo, corso Garibaldi, lungomare Falcomatà, Villa Comunale, piazza Camagna, Parco ex Tempietto, Largo Orange, Via Giudecca e Scalinate, via Zecca, via Zaleuco. Qui potrà essere disposto un provvedimento di allontanamento di competenza del Sindaco e il daspo urbano di competenza del Questore.

L’allontanamento e il daspo urbano

«Il provvedimento di allontanamento è disposto, altresì, nei confronti di chi, nelle stesse aree, commetta gli illeciti di ubriachezza, atti contrari alla pubblica decenza, commercio abusivo, esercizio abusivo dell’attività di parcheggiatore o guardamacchine e vendita senza autorizzazione di biglietti di accesso a manifestazioni sportive».  Il Comune si impegna anche a «completare le verifiche del possesso dei requisiti in capo agli occupanti gli alloggi di edilizia popolare dei quartieri Marconi, Modena, Ciccarello al fine di procedere alla successiva eventuale legittima assegnazione agli aventi diritto». Non figura tra le aree sottoposte a verifica quella altrettanto critica (ma periferica) di Arghillà.

Videosorveglianza e illuminazione pubblica

Con le risorse finanziarie disponibili in bilancio, il Comune inoltre si impegna «a potenziare il sistema di video-sorveglianza, anche con l’utilizzo di telecamere mobili, e a rafforzare la rete di illuminazione pubblica, a disporre controlli di polizia commerciale effettuati dalla Polizia Locale per contrastare il fenomeno dell’abusivismo, controlli notturni dei pubblici esercizi e circoli privati; a riqualificare le aree degradate o abbandonate, con finanziamenti propri e provenienti da altri Enti pubblici o privati e a promuovere interventi di carattere sociale».

È compito della “Cabina di regia”, costituita presso la Prefettura, monitorare periodicamente i risultati e valutare come proseguire.

Finanziamenti fino a 250 mila euro di risorse statali

La Giunta di Reggio Calabria lo scorso 26 maggio si è espressa favorevolmente rispetto all’adozione di sistemi di videosorveglianza, proprio nel solco di questa intesa. L’importo, richiesto a valere sulle risorse statali, non dovrà superare 250 mila euro.

La delibera richiama i seguenti requisiti di ammissibilità. Ciascun Comune dovrà sottoscrivere i patti che individuano come prioritario obiettivo, per la prevenzione ed il contrasto dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria, proprio l’installazione di sistemi di videosorveglianza in determinate zone del territorio comunale o infra-comunale. I progetti devono essere approvati in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Devono essere iscritte a bilancio, o ci deve essere l’impegno ad iscriverle, le somme occorrenti ad assicurare la corretta manutenzione degli impianti e delle apparecchiature tecniche dei sistemi di videosorveglianza da realizzare, per almeno cinque anni dalla data di ultimazione degli interventi.

«La presente progettualità – si legge nella delibera – è finalizzata al potenziamento dell’investimento strumentale anche per metterlo a disposizione, oltre che della control room della polizia locale, anche di tutte le forze di polizia statali operanti sul
territorio».