Danilo Emo racconta Onda orange, «laboratorio di idee che vuole risvegliare la politica reggina»
Il presidente del sodalizio vuole mettere al bando gli slogan: «Non siamo la segreteria di Canale, ma vogliamo costruire una nuova classe dirigente e riportare i cittadini al centro»
«È più facile viverla che definirla». Così Danilo Emo, presidente di Onda Orange, descrive la realtà associativa protagonista del nuovo episodio de L’intervista negli studi de ilReggino.it. Un laboratorio di idee permanenti che parla di città, nato dall’incontro di professionisti e cittadini che già facevano associazionismo. L’obiettivo: fare politica dal basso, restituendo ai reggini il senso di partecipazione e di responsabilità civica.
Emo racconta la nascita di un movimento che si propone come “nuovo tipo di politica”, distante dagli slogan e vicino ai bisogni reali. In vista delle elezioni comunali di aprile, Onda Orange punta a un passo ulteriore: «Non ci nascondiamo – spiega – vogliamo diventare una classe dirigente e contribuire a un programma amministrativo per la città».
L’associazione, però, precisa di non essere la “segreteria di Massimo Canale”: «Massimo è un amico, gode della nostra stima, ma ha un suo percorso. Il nostro è autonomo, anche se potrà incrociarsi nel momento in cui lui sarà candidato».
Al centro della visione di Onda Orange c’è il concetto di bene comune: mobilità, accessibilità, diritti, vivibilità, ambiente. «Non vogliamo la Montecarlo del Sud – afferma Emo – ma una città che parta dalla sua identità e dall’inclusione». Il prossimo appuntamento sarà il 26 ottobre in piazza, con un laboratorio urbano aperto ai cittadini: mappe della città, tavoli di lavoro, pennarelli per “ricucire” i quartieri e immaginare nuove funzioni per gli spazi abbandonati.
Un’iniziativa che unisce partecipazione e metodo. «Abbiamo invitato anche docenti universitari – spiega Emo – perché nessuno può sapere tutto. I temi di sanità, ambiente o mobilità devono essere studiati, non improvvisati».
L’associazione, che ha già lavorato a un’agenda di temi per Reggio, individua nella sostenibilità e nella rigenerazione urbana due priorità urgenti, alla luce anche della recente classifica di Legambiente che colloca la città agli ultimi posti in Italia. «Reggio è all’anno zero – commenta Emo – si prova a fare tanto, ma spesso in ritardo. Servirebbe più coraggio e la capacità di importare buone pratiche da altre città europee».
Altro punto cruciale è il rapporto con i giovani: «C’è fermento e voglia di partecipare, ma anche diffidenza verso la politica – ammette –. Noi vogliamo dimostrare che occuparsi della cosa pubblica non significa per forza fare carriera politica, ma impegnarsi per la città».
Domenica, durante l’incontro in piazza, anche i più piccoli avranno il loro spazio: un laboratorio di riciclo per costruire “la loro città in miniatura”. «Perché – conclude Emo – la partecipazione si impara da bambini».