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19/12/2025 ore 19.09
Società

È morto Franco Calabrò, giornalista e fondatore della Figec-Cisal

Aveva 84 anni. Una vita spesa nelle redazioni, nelle agenzie di stampa e nel sindacato dei giornalisti. Il ricordo di Carlo Parisi: «Una passione mai spenta, nemmeno nella malattia»

di Redazione

È morto oggi, al Policlinico Gemelli di Roma, il giornalista Franco Calabrò. Aveva 84 anni. Dopo una lunga carriera nelle redazioni di quotidiani, settimanali e agenzie di stampa, negli ultimi anni aveva aderito con entusiasmo alla nascita della Figec-Cisal, il nuovo sindacato dei giornalisti, del quale è stato promotore, fondatore e consigliere nazionale.

Era stato lui stesso a raccontare le ragioni di quella scelta, maturata in una fase avanzata della sua vita professionale e personale. «Non credevo – scriveva – che, ormai all’età cosiddetta veneranda, sarei stato capace di emozionarmi come è avvenuto in quella calda mattinata del 28 luglio 2022 al Senato, il giorno della presentazione ufficiale della Figec-Cisal».

Dopo aver concluso, per sua scelta, la lunga esperienza all’Ordine nazionale, Calabrò pensava di dedicarsi soltanto alle aziende di famiglia e alle proprietà tra Calabria e Umbria. Poi l’incontro con Carlo Parisi e la decisione di rimettersi in gioco.

«Come non credere al suo entusiasmo, alla passione che da anni mette al servizio della categoria», scriveva ancora Calabrò, spiegando di aver condiviso quell’impegno con «tantissimi stanchi della ritualità della Fnsi e del distacco tra la base dei colleghi e una realtà che ogni giorno ci appare in tutta la sua drammaticità». Un percorso che sentiva partire simbolicamente dal Sud, «dalla nostra Reggio Calabria», con la consapevolezza del tempo che passa e con un augurio semplice e profondo: «Chiediamo al Signore di lasciarci il più a lungo possibile, personalmente di conservarmi la tua amicizia».

Parole che oggi tornano nel ricordo di Carlo Parisi. «Una corda che, purtroppo, oggi si è spezzata – afferma – lasciandoci l’entusiasmo e la passione di Franco che, nonostante la malattia, non ha mai rinunciato a garantire il proprio contributo di idee al sindacato, ma soprattutto una lunga, sincera e disinteressata amicizia. Una visione lungimirante, animata dal coraggio di mettersi sempre in gioco per sostenere i colleghi, soprattutto i più giovani e i meno fortunati».

Nato a Rieti il 20 ottobre 1941, Francesco Calabrò aveva vissuto per molti anni a Reggio Calabria prima di trasferirsi definitivamente a Roma. Iscritto all’Ordine dei giornalisti del Lazio dal 1967 come pubblicista e dal 1974 come professionista, aveva iniziato alla Tribuna del Mezzogiorno e concluso la carriera alla Gazzetta del Sud. Nel suo percorso professionale ha lavorato al Corriere Mercantile, a Il Giornale di Calabria, Oggisud, all’ANSA, collaborando anche con Il Giorno, Oggi e Panorama, oltre che con la Rai per le rubriche televisive Linea diretta e Telefono Giallo.

È stato autore del libro Il mestieraccio, un racconto diretto e partecipe su come sia cambiato il lavoro del giornalista e su quanto resti una professione difficile, fatta di passione, dedizione e sacrifici. Per anni ha svolto anche il ruolo di assistente della Commissione d’esame di idoneità professionale, diventando un punto di riferimento per molti giovani praticanti, con i quali ha mantenuto rapporti di stima e amicizia.

La Figec-Cisal, con il segretario generale Carlo Parisi, il presidente Lorenzo Del Boca, gli organismi nazionali e territoriali, si stringe alla moglie Olga Mastronardi e ai figli Carmelo Calabrò e Walter Antonio Calabrò, ricordando un collega e un amico «sempre disponibile, garbato e gentile».

Per sua espressa volontà non saranno celebrati funerali: si terrà una funzione privata, riservata alla famiglia. Anche nel suo ultimo saluto, Franco Calabrò ha scelto di uscire di scena in punta di piedi, senza – come diceva spesso – «dare disturbo agli amici». Gli stessi amici che oggi lo salutano con commozione.