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16/04/2025 ore 15.40
Società

Edifici comunali inagibili a Reggio, l'imprenditore Falduto: «Fosse successo ad un privato… Si usi la legge per risolvere i problemi»

Secondo Falduto, parlare di “procurato allarme” per chi ha reso pubblico il documento è «una forzatura giuridica e politica»
di Aldea Bellantonio

«Facciamo chiarezza, senza bandiere». Comincia così l’intervento dell’imprenditore Giuseppe Falduto, che sui social commenta la vicenda relativa ai 24 edifici comunali di Reggio Calabria, dichiarati inagibili o soggetti a misure restrittive in un documento ufficiale firmato dal dirigente comunale Francesco Minutolo.

Il testo, redatto ai sensi del D.Lgs. 81/2008 in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, non sarebbe una semplice nota interlocutoria, ma un atto vincolante che impone misure concrete: sospensioni, inibizioni e divieti in scuole dell’infanzia, uffici pubblici, biblioteche e persino nella sede della Polizia Locale.

Falduto entra nel merito del documento, citando direttamente gli articoli del decreto legislativo che obbligano il datore di lavoro pubblico ad adottare misure di sicurezza immediate in caso di gravi carenze. E aggiunge: «Chi ha condiviso quel documento ha fatto ciò che forse qualcuno avrebbe dovuto fare molto tempo fa: informare i cittadini. Tacere sarebbe stato peggio».

Nel suo lungo post, l’imprenditore denuncia una doppia morale nei controlli tra pubblico e privato. «Nel settore privato – osserva – un imprenditore che riceve una relazione del genere sarebbe costretto a chiudere immediatamente. E se non lo fa, rischia denunce, sanzioni, sequestri».

La riflessione si chiude con un appello alla responsabilità: «Non si usi la legge per zittire chi solleva problemi, ma per risolverli, come la legge stessa impone. La sicurezza è un diritto universale, non una concessione politica».