Emergenza scuola a Villa San Giovanni, un comitato di famiglie dice no al trasferimento forzato
Villa San Giovanni si trova nuovamente ad affrontare un’emergenza scolastica che sta generando forti tensioni tra le famiglie e l’amministrazione comunale. La necessità di trasferire temporaneamente gli alunni della scuola primaria di Pezzo a seguito dei lavori nel plesso di Cannitello ha acceso il dibattito su quale debba essere la sede più idonea ad accogliere i bambini.
Alcune famiglie, allarmate dalla decisione di spostare i bambini nei locali di Via Garibaldi, hanno espresso profonda preoccupazione per la sicurezza e l’accessibilità della struttura. Dopo il sopralluogo tecnico della Città Metropolitana, le perplessità non si sono attenuate: la sede individuata presenta barriere architettoniche, scale e balconi pericolosi, oltre a servizi igienici non adeguati per bambini della scuola primaria. A ciò si aggiunge la posizione della struttura, situata in una zona trafficata e prossima alla stazione e agli imbarchi, fattori che incrementano il rischio per gli alunni.
Un’alternativa più sicura sembrava emergere dalla proposta dei tecnici della Città Metropolitana, che hanno suggerito di utilizzare alcune aule nel liceo “Nostro Repaci” in Via De Gasperi. Questa sede, dotata di rampe per disabili, accesso a piano terra e servizi igienici adeguati, sarebbe stata più idonea per accogliere gli alunni. La dirigente Spezzano aveva espresso disponibilità a questa soluzione, ma l’amministrazione comunale ha scartato questa opzione, proponendo un forum pubblico in cui le famiglie possono scegliere tra la sede contestata di Via Garibaldi o i turni pomeridiani. Quest’ultima opzione, però, sarebbe quella atta a creare più ostacoli specialmente alle famiglie dei bambini con disabilità, in quanto questi ultimi proprio nel pomeriggio sono dediti ad effettuare attività terapiche.
La mancata apertura a soluzioni alternative ha generato profondo malcontento tra i genitori, che, pur comprendendo la necessità di un trasferimento temporaneo, si sentono ignorati nelle loro richieste. «Non vogliamo che i nostri figli siano costretti a frequentare una scuola inadatta o a subire il disagio dei turni pomeridiani», dichiarano alcuni genitori.
Il confronto tra famiglie e amministrazione continua, ma il tempo stringe e la preoccupazione cresce. I genitori chiedono una revisione delle decisioni per garantire sicurezza e dignità ai bambini, evitando soluzioni di compromesso che potrebbero risultare penalizzanti per il loro diritto allo studio. La speranza è che venga aperto un dialogo costruttivo per individuare una sede realmente adeguata.