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12/12/2025 ore 19.00
Società

Il consultorio Spazio Zeta racconta due anni di attività a Reggio Calabria e chiede continuità alle istituzioni

Il servizio sperimentale gestito dal Centro Agape, nato nell’ambito del progetto SIpARio, ha presentato all’Aula Magna del Liceo Artistico «Mattia Preti» i risultati raggiunti, il modello di presa in carico e il lavoro di rete con scuole, Asp e servizi territoriali, evidenziando il vuoto ancora aperto per la fascia 16-18 anni.

di Redazione

Due anni di attività, un servizio sperimentale che ha intercettato un bisogno reale e ancora poco coperto sul territorio e una richiesta chiara alle istituzioni: garantire continuità a un’esperienza che sta funzionando. È quanto emerso dall’incontro dedicato a Spazio Zeta, il consultorio per adolescenti gestito dal Centro Agape, svoltosi presso l’Aula Magna del Liceo Artistico «Mattia Preti» di Reggio Calabria.

Spazio Zeta nasce nell’ambito del progetto SIpARio (Servizi Integrati per le Adolescenze Riorientando), di cui è capofila la cooperativa sociale Res Omnia, ed è attivo da due anni sul territorio reggino. Come ha ricordato Giulia Melissari per il Centro Agape, il servizio affonda le sue radici in «Orientamento al Futuro», progetto precedente con il medesimo obiettivo: contrastare la povertà educativa e il disagio giovanile.

«Il nome Spazio Zeta – ha spiegato Melissari – nasce da un’intuizione arrivata proprio da uno dei ragazzi incontrati a scuola. Grazie a lui abbiamo compreso che i giovani hanno bisogno, prima ancora dell’orientamento scolastico, di essere orientati a diventare protagonisti della propria vita. Da lì è iniziato un percorso di scrittura e coprogettazione che ci ha condotti fino a qui. L’obiettivo oggi è dare continuità a questo progetto, trasformandolo in un servizio stabile, in collaborazione con le scuole, l’Asp e gli enti territoriali».

Ad oggi Spazio Zeta ha preso in carico 36 nuclei familiari. A illustrare il valore innovativo del consultorio è stata Monica Tripodi, responsabile dell’Area Minori e Famiglie della cooperativa Res Omnia. «L’innovazione riguarda sia il metodo che l’approccio. Da un lato il consultorio ha sperimentato un modello psicoanalitico, grazie al supporto e alla supervisione della cooperativa Minotauro di Milano, che lavora con gli adolescenti da oltre quarant’anni. Dall’altro, ha ribaltato le procedure standard: qui i ragazzi e le ragazze sono davvero al centro, mentre la rete dei servizi si muove intorno a loro in modo integrato e flessibile, in base ai bisogni che emergono nel tempo».

Un cambio di paradigma che ha consentito di colmare un vuoto strutturale. «Spazio Zeta – ha sottolineato Tripodi – ha dato una risposta concreta alla fascia di età tra i 16 e i 18 anni, che esce dalla competenza della neuropsichiatria infantile ma non è ancora presa in carico dal Centro di Salute Mentale. In questo modo viene garantita continuità di cura e tutela del diritto alla salute, sostenendo di fatto anche il Sistema Sanitario Nazionale».

Sulla stessa linea l’intervento di Oreste Iacopino, in rappresentanza dell’Asp di Reggio Calabria, che ha evidenziato come «progettualità come Spazio Zeta siano di supporto al Sistema Sanitario Nazionale, in un contesto in cui è necessario riformare e mettere a sistema i consultori affinché possano rispondere in modo efficace ai bisogni degli adolescenti».

Nel dettaglio del funzionamento del consultorio è entrata Roberta Racinaro, psicologa di Spazio Zeta. Il primo contatto avviene telefonicamente e ogni richiesta viene analizzata attraverso una scheda costruita ad hoc. In presenza dei requisiti previsti, l’équipe delle tre psicologhe-psicoterapeute procede alla presa in carico del nucleo familiare.

Il percorso prevede un lavoro parallelo: l’adolescente viene accompagnato in circa otto-dieci incontri, mentre i genitori vengono ascoltati in colloqui dedicati. «Presso Spazio Zeta – ha spiegato Racinaro – vengono accompagnati i bisogni educativi delle persone in crescita, offrendo una prima risposta chiara alle difficoltà di adattamento. L’obiettivo è far emergere le risorse degli adolescenti e dei loro genitori, favorendo una comunicazione più efficace all’interno della famiglia».

Un ruolo centrale è svolto dal lavoro di équipe, che consente di integrare i diversi punti di vista e di restituire, al termine del percorso, una lettura condivisa e coerente delle dinamiche emerse. Gli obiettivi del consultorio sono quelli di offrire una risposta gratuita, tempestiva e competente, rafforzando al contempo la rete territoriale degli adulti che accompagnano i giovani nel loro percorso di crescita.

In questo quadro, le scuole rivestono un ruolo fondamentale. «Il disagio degli adolescenti oggi è sempre più complesso – ha dichiarato Lucia Zavetteri, dirigente scolastica del Liceo Campanella-Preti-Frangipane – e la scuola deve essere percepita come uno spazio di accoglienza, non di punizione. Questo richiede un lavoro su noi stessi, come adulti e modelli di riferimento».

Gli incontri dedicati a Spazio Zeta nelle scuole proseguiranno con l’obiettivo di rafforzare il confronto tra insegnanti e genitori, diffondere pratiche efficaci e costruire una rete sempre più solida. Tra le prospettive future, anche una possibile collocazione stabile del servizio nella programmazione regionale e locale, in integrazione con i servizi dell’Asp, dai consultori allo psicologo scolastico fino alla neuropsichiatria infantile.