Impegno e speranza, i semi di Margherita Festa germogliano nella scuola di domani: «Ho scelto io questa sede, lo studio è emancipazione e riscatto»
Creare alleanze, costruire collaborazioni, scardinare gli stereotipi. Passa da questa traiettoria il nuovo corso dell’Istituto comprensivo San Luca – Bovalino guidato dalla nuova dirigente. Con tutte e due le mani tese a rafforzare la dimensione identitaria e le buone pratiche
«Corrado Alvaro, cui questo paese ha dato i natali, ci ha insegnato che “il calabrese vuole essere parlato”. Pure voi volete esserlo? Io sono qui per parlarvi bene, di cose belle. Andando oltre tutto quello che si dice e si è detto di San Luca». È con questa domanda-manifesto che Margherita Festa, nuova dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo San Luca – Bovalino, ha iniziato il suo percorso in questa scuola che rappresenta un presidio di cultura e di coscienza civica fondamentale. Un avamposto da cui non si può prescindere per progettare soluzioni di lungo periodo per la questione San Luca.
«La verità è che io li ho scelti. San Luca era in cima alla rosa di sedi che avevo indicato una volta vinto il recente concorso per dirigenti. Anche questo ho tenuto a comunicarlo ai miei collaboratori, agli alunni e alle loro famiglie, perché per fare un lavoro proficuo in territori che hanno una tale complessità e che si sentono - a torto o ragione - feriti, occorre impostare un’alleanza». Che, per la nuova dirigente, implica entrare sì vestiti e investiti del proprio ruolo «che la comunità riconosce», ma «in punta di piedi». Con il garbo che si usa nell’approccio con chi non si conosce e con chi non ti conosce.
La sua dirigenza arriva dopo anni di reggenze che non hanno consentito a chi l’ha preceduta di svolgere un lavoro improntato al lungo periodo. «Oggi invece è maturata la condizione per cui a San Luca possa essere realizzato un lavoro di continuità che è la premessa maggiore per impostare un’azione educativa duratura e che abbia un impatto positivo nel tempo, collaborando con tutte le istanze e le forze positive – e ci sono – che insistono sul territorio».
«Sono fortemente critica verso la vulgata di chi marchia San Luca come luogo senza legge e senza regole. Si tratta piuttosto di un luogo antico, spesso ancora arcaico, che però, per certi versi, ha conservato più di altri il rispetto per il principio di autorità e legami comunitari di solidarietà, condivisione e ospitalità che altrove sono sempre più sfilacciati. Un dato che emerge dall’attitudine della sua popolazione nei miei confronti e dell’atteggiamento che riscontro nei bambini a scuola. Questo non significa che le criticità non ci siano o che si possano sottovalutare situazioni di marginalità sociale, anche gravi. Ma la scuola, come istituzione, deve sempre ricordarsi che la sua prima missione è educare. Cioè guidare un processo capace di indirizzare e governare le potenzialità già presenti dentro l'individuo. Facendo sentire la propria presenza a fianco dei giovani e delle famiglie. Mai sopra. E dettando regole quando occorre farlo».
Da quando Festa si è insediata, una delle direttrici fondamentali è stata avviare un’azione di monitoraggio più efficace sulle assenze con l’obiettivo di prevenirle. «È necessario che gli studenti trascorrano a scuola tutto il tempo che è dato e dovuto. Si tratta di una questione di metodo e di merito. Un punto fondamentale su cui spingo riguarda il potenziamento del tempo pieno, con particolare riferimento al ciclo primario. Vivere la dimensione della scuola in un orario continuato può avere un impatto più efficace sull’azione educativa».
Proprio per questo è fondamentale che vengano garantiti i servizi minimi, tra cui la mensa scolastica. Altre nostre fonti ci hanno riferito che sul punto esistono criticità legate sia alla logistica, sia al servizio pasti. Se per il plesso delle primarie i lavori di ristrutturazione della sala mensa sono rimasti bloccati per i tempi eccessivamente lunghi – circa 7 mesi – con cui è stata alla fine approvata la perizia di variante, la sede delle scuole medie è sprovvista di locali idonei. Il servizio mensa, poi, non è ancora stato appaltato, anche se la gara è ormai in fase di pubblicazione. Anche se passeranno ancora mesi, la dirigente, che non commenta quanto riferito, è fiduciosa: «Col Comune stiamo lavorando affinché tutte le problematiche vengano definitivamente risolte e si proceda verso una gestione ordinaria». Normale.
In questo quadro la dirigenza si muove per perseguire e promuovere «un’opera di normalizzazione», dichiara Margherita Festa. «Ripeto sempre ai miei alunni che la scuola di San Luca è come tutte le altre scuole, che gli studenti sono tutti uguali e non abbiamo niente di diverso e che il diverso che serbiamo - e che abbiamo il privilegio di coltivare – è legato alla connotazione identitaria di questo paese e di questa comunità. Una diversità che non è esclusione, ma caratterizzazione positiva, a cui possiamo lavorare assieme a tante belle realtà presenti sul territorio».
La dirigente si riferisce anche alla collaborazione avviata con Civitas Solis, associazione che si occupa di contrasto alla povertà educativa e aggregazione sociale: «Metterò a disposizione un’aula per realizzare un progetto legato al potenziamento della formazione in ambito STEM, le discipline scientifico-tecnologiche, essenziali per fornire competenze sempre più richieste nel mondo digitale». Una scuola capace di creare alleanze, costruire ponti, rinsaldare buone pratiche, scardinare stereotipi e porsi al centro di un processo di formazione per gli studenti, ma che mira ad avere un impatto positivo su tutta la comunità. Una scuola che «dimostri di essere dalla loro parte» che a seguito di tanti accadimenti, ha creato quella che può apparire un’organizzazione alternativa.
È da poco passato l’11 ottobre, data che celebra la giornata delle bambine e delle ragazze. A San Luca tanti nuclei familiari sono divisi: c’è spesso un padre che lavora all’estero e una famiglia che resta e lo raggiunge per Natale. C’è una dimensione femminile privata ma tenace. E una culturale legata alla percezione dei ruoli di genere che è ancora molto accentuata. A scuola è stato lanciato un messaggio: lo studio è riscatto, chiave di futuro e strumento di emancipazione. Da ruoli, cliché, convenzioni, consuetudini e modelli preconfezionati. Il futuro non è scritto. Sono le persone a poterlo direzionare, consapevoli che si tratta di un lungo processo cultuale.
«Sono chiamata a piantare semi, con l’impegno e nella speranza che germoglino», chiosa Margherita Festa.