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29/06/2025 ore 08.30
Società

Inaugurata piazza Domenico e Chiara: sul lungomare di Catona Amor vincit omnia - FOTO e VIDEO

Cerimonia commovente, cullata dal tramonto sul lungomare nella periferia nord della città. La targa con qr code è stata apposta accanto alle due aiuole che l'associazione intitolata alla memoria dei due giovani ha adottato nel 2017
di Anna Foti

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Là dove è nato, vive, animando i luoghi e pervadendo l’aria. Là resta. Per sempre. Se poi c’è chi sente, chi ascolta, chi ricorda, allora quell’Amore è custodito e la promessa di essere dono l’uno per l’altra, barbaramente infranta, è risanata e mantenuta.

Ha raggiunto e toccato tutti l’amore coraggioso e profondo di Domenico e Chiara. Ad un soffio dai loro vent’anni, con la già solida volontà di voler condividere la loro vita, furono fermati in quella buia notte di fine inverno di tredici anni fa a Brescia. Lì si erano recati, lasciando Reggio Calabria, per costruire un futuro insieme. Quel futuro rubato è stato restituito nell’unica forma possibile quella della memoria collettiva della comunità di Catona e della città di Reggio Calabria.

È universale la storia di Domenico e Chiara ed è per questo che l’amministrazione comunale di Reggio Calabria ha intitolato la piazza sul lungomare di Catona dove i due giovani si erano conosciuti e innamorati. Dove i due giovani continueranno a “vivere”.

Le due aiuole e la targa sul lungomare di Catona

Su impulso di Nuccio Tortorici, papà di Domenico, l’associazione Amici di Domenico e Chiara aveva già adottato nel 2017 due aiuole affinché quel luogo già del cuore diventasse anche luogo di memoria.

Ieri, nell’abbraccio di un tramonto, scoperta la targa che reca i nomi dei due giovani, acquistata grazie alla raccolta fondi avviata dall‘associazione Nuova Solidarietà, alla quale hanno partecipato gli amici e la comunità parrocchiale di Salice,  il complesso Euterpe, Scout di Catona.

La cerimonia è stata moderata da Francesco Scopelliti, amico dei due giovani, che ha parlato di «un luogo del cuore che non ha certamente la presunzione di rimediare alla perdita ma che si propone di affiancare i familiari nella consapevolezza dell’amore che Domenico e Chiara hanno condiviso e hanno donato». La cerimonia è stata impreziosita dalle note del maestro Pasquale Faucitano al Violino e dal maestro Antonio Barresi alla Chitarra.

Emozionanti la scopertura a cura dei familiari, i genitori di Domenico, Nuccio e Marisa Tortorici, del papà di Chiara, Dino Matalone, e del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, e la benedizione di don Francesco Siclari. Tante sono state le persone commosse mentre si susseguivano i ricordi e le testimonianze al cospetto di familiari e amici e di una folta rappresentanza del consiglio e della giunta comunale. Presente anche Irene Calabrò, già assessora comunale e che aveva dato un impulso importante all’iter, e il presidente della commissione Toponomastica Domenico Cappellano.

Ha aperto gli interventi il presidente del consiglio comunale Enzo Marra che ha sottolineato «la coralità con cui l’amministrazione tutta ha portato avanti l’iter per dedicare questo spazio ai due giovani che così continuano a vivere, volando alto rispetto alla tragedia in cui sono rimasti coinvolti».

In eterno nella pietra e nel cuore della città

Impossibilitato a essere presente Don Simone Vittorio Gatto, all’epoca prete di Salice e oggi rettore del Seminario Arcivescovile Pio XI, ha rivolto comunque un augurio alla comunità in questa giornata così speciale: «Che questa piazza sia un luogo vivo, dove le nuove generazioni possano imparare ad amare la vita, a rispettare l’altro, a custodire la memoria come strumento di coscienza e responsabilità. E che il nome di Domenico e Chiara, unito in eterno nella pietra e nel cuore della nostra città, possa continuare a educare, ispirare e generare speranza».

Al ricordo degli scout di Catona si è unito poi quello della scuola. Presente la docente di Domenico, diplomatosi presso l’istituto Panella-Vallauri, Raffaella Imbriaco: «Domenico era un ragazzo molto educato, dolce e sensibile. Era molto benvoluto dai compagni e dai docenti poiché si distingueva per la sua gentilezza e bontà».

Patrizia Praticò, docente di Chiara presso l’istituto Piria, impossibilitata a essere presente, ha inviato un messaggio: «Chiara sognava e aveva tanti progetti. Spesso, nell’aula che le abbiamo intitolato, rappresenta il mio rifugio quando un piccolo insegnante come me non sa come aiutare un alunno in difficoltà…».

Il momento del ricordo è anche quello della riflessione. Domenico e Chiara sono state due vittime indirette di un femminicidio.

La strage a Brescia

Quella notte drammatica tra il 3 e il 4 marzo 2012 Mario Albanese (condannato in via definitiva all’ergastolo nel 2014), ex marito di Francesca che non aveva accettato la nuova vita dell’ex moglie, ha atteso fuori casa che lei tornasse con la persona che stava frequentando, Vito Macadino. Li ha attesi per ucciderli e poi, entrando in casa, ha ucciso anche Chiara, figlia nata dal primo matrimonio dell’ex moglie con altro uomo, e il suo fidanzato Domenico. Ha risparmiato la vita soltanto alle tre figlie, avute con l’ex moglie che aveva appena ucciso. A Francesca non è stato consentito di iniziare una nuova vita senza l’ex marito e il progetto di annientamento messo in atto dall’uomo per ostacolare quella libertà e quella felicità.

«I due giovani sono state vittime di una tragedia che purtroppo è una piaga sociale, una delle sfide più urgenti che come società e come ordinamento giuridico siamo chiamati ad affrontare. In questa lotta, in questo impegno quotidiano, la collettività ha un ruolo fondamentale. Occorre essere reattivi e segnalare anche dei sentori che possono essere apparentemente insignificanti o “normali” e che invece possono avere un significato ben più preoccupante», ha sottolineato Grazia Ballo, sostituta procuratrice della procura la Repubblica di Reggio Calabria.

Intitolazione con qr code

Poi ancora altre voci e altri ricordi hanno irrotto in un silenzio surreale, come quello che avvolse Catona quando si seppe di quanto accaduto a Brescia quella notte del marzo 2012, raccontano i familiari. Tanti gli sguardi commossi.

A chiudere la cerimonia, dopo l’applicazione del Qr Code per leggere la storia dei due giovani, il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà.

«Questo è sicuramente uno dei momenti in cui questa fascia di sindaco mi inorgoglisce di più. Siamo una comunità che non dimentica e che si stringe attorno alle famiglie che hanno subito una perdita incolmabile. Abbiamo voluto intitolare la piazza indicando solo il loro nome di battesimo, perché la storia di Domenico e Chiara è una storia che potrebbe appartenere a tutti noi, che potrebbe capitare a ognuno di noi. Ci auguriamo che possa rappresentare un monito per chiunque abbia un pezzettino di responsabilità in questa vicenda.

Ma per imparare da quanto accaduto abbiamo per la prima volta associato alla targa anche un Qr code affinchè chi passi da questa piazza possa anche conoscere la storia di questi giovani. L’amore coraggioso tra Domenico e Chiara non solo ha vinto la morte ma ha riunito anche la comunità. Possiamo solo sperare che questo luogo, che porterà da ora in avanti e per sempre il loro nome, possa costituire un segno tangibile di quella dimensione di eternità che il loro amore certamente ha già guadagnato».

Una luce accesa che ci dà coraggio

«Questa targa – ha sottolineato il papà di Domenico, Nuccio Tortorici – suggella la loro “presenza” in questo che è il luogo in cui sono cresciuti. Ogni volta che passo di qui, mi sembra di vederli insieme. La ferita rimane sempre aperta e non si rimarginerà ma questi momenti aiutano.

Domenico è sempre con me, sempre vicino come del resto anche Chiara. Un amore sincero e profondo li legava. Io sono grata al Comune e a tutte le persone che ci hanno accompagnato in questo percorso e che non ci lasciano soli. Momenti come questi servono a mantenere la luce accesa sui ragazzi e sulla loro storia. Questo ci dà coraggio. Domenico era un ragazzo solare, buono. Io gli parlo tutti i giorni. Quando parlo dei figli, parlo sempre al presente. Io ho e avrò sempre tre figli. Tony, Domenico e Palmiria».

Due uccelli in volo

«Chiedo ai ragazzi – ha sottolineato il papà di Chiara, Dino Matalone – di non tollerare e di denunciare e di farsi aiutare dalle famiglie, dalla comunità, dalla scuola. Le leggi contro il femminicidio ci sono ma la cronaca di tutti i giorni dimostra che non possiamo abbassare la guardia. Mia figlia Chiara sarà sempre con me e vedere anche l’intensa commozione delle altre due mie figlie, Enza e Giulia, che ancora la ricordano, mi ha toccato profondamente.

Adesso anche loro sono cresciute e quei vestiti che della loro sorella maggiore avevano voluto conservare e indossare adesso non entrano più. Della sorella maggiore hanno restano le bellissime borse.

Durante la cerimonia ho sollevato lo sguardo al cielo e ho visto due uccelli posarsi sulla palma dietro la targa. Ho pensato che fossero loro, insieme qui con noi e noi con loro».