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28/07/2025 ore 23.00
Società

Mediterranea, il rettore Zimbalatti racconta il nuovo volto dell'Università reggina premiata dai dati Censis

Diritto allo studio, servizi, internazionalizzazione e strutture: l’ateneo reggino migliora su tutti i fronti e guarda con prudente fiducia alla prospettiva di Medicina
di Silvio Cacciatore

Un’Università che cresce, si trasforma, guarda al futuro con la consapevolezza di aver costruito basi solide. Giuseppe Zimbalatti, rettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, racconta un momento di svolta per l’ateneo reggino, parole da cui si percepisce il senso di un progetto che non è solo accademico, ma culturale e territoriale. «I dati che ha certificato il Censis, combinati anche con quelli di Almalaurea, danno un quadro della nostra università sicuramente molto attiva e sicuramente in crescita – afferma il Rettore -. E quindi noi ci riteniamo molto soddisfatti di poter contribuire alla crescita del nostro territorio».

I numeri parlano chiaro. L’ultima classifica pubblicata dal Censis colloca la Mediterranea al 6° posto tra i piccoli atenei statali, con un punteggio complessivo di 84,3, in netto miglioramento rispetto agli anni precedenti. Ma al di là delle cifre, Zimbalatti insiste sull’esperienza concreta che vivono ogni giorno studenti, docenti e personale. «Abbiamo migliorato i nostri punteggi in tutti gli indicatori presi in esame. In alcuni addirittura abbiamo ottenuto il punteggio massimo, come nel diritto allo studio e nelle borse di studio. Ma abbiamo ottenuto altissimi risultati anche sulle strutture: dalle aule, ai laboratori, alle aree di svago e di studio».

Quello che restituisce il Rettore è il ritratto di un’università in ascolto, reattiva, capace di fare rete. L’attenzione ai servizi non è solo una voce di bilancio: è una visione politica, educativa e sociale. «È andata molto bene anche per quanto riguarda la valutazione su internazionalizzazione, occupabilità, servizi in generale. Complessivamente cresciamo, quindi come punteggio, e questo è il segnale che un’università è in crescita e ci fa ben sperare per il futuro».

Accanto alla crescita, però, c’è l’ambizione. Quella che per decenni è sembrata un’idea lontana – la facoltà di Medicina a Reggio Calabria – oggi prende forma come una sfida concreta, ma ancora tutta da costruire. Zimbalatti non rinuncia a svelare il senso profondo di quella speranza: «Istituire una nuova facoltà di Medicina è molto, molto impegnativo. E non soltanto in termini economici. Ma credo e spero che, con il lavoro di squadra che si è messo in campo, prima o poi qualcosa di buono potrebbe arrivare».
Il riconoscimento dei dati, la qualità dei servizi, l’apertura verso nuovi traguardi come il percorso verso la facoltà di Medicina: tutto concorre a delineare un’università che non perde di vista la concretezza, ma tiene saldo lo sguardo sul futuro.

E proprio nella sobrietà con cui Giuseppe Zimbalatti racconta i risultati raggiunti si riconosce il tratto distintivo dell’Università Mediterranea in questa fase storica: un ateneo che, pur nella complessità del contesto, continua a lavorare con metodo, coerenza e spirito di servizio, consapevole del proprio ruolo nel tessuto sociale e formativo del territorio.