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18/06/2024 ore 12.00
Società

Mediterraneo di Pace, non di morte. Le parole di Pino Strati, Presidente di "Incontriamoci Sempre"

Il pensiero del Presidente della Odv reggina ed il ricordo dello sbarco, a Reggio, di 45 bare e 700 migranti nel 2016
di Silvio Cacciatore

Nelle acque a 120 miglia da Roccella Jonica, un nuovo naufragio ha scosso la comunità e richiamato l’attenzione su una crisi umanitaria che sembra non avere fine. Pino Strati, Presidente dell’Associazione Incontriamoci Sempre ODV, ha espresso il suo profondo dolore e indignazione per l’ennesima tragedia nel Mediterraneo.

«L’ennesima tragedia nei nostri mari, un mare di morte, quella di oggi a 120 miglia da Roccella J., deve far riflettere le coscienze. Non si può assistere inermi, muti, indifferenti a questo ennesimo affondamento di barconi. Tanti i dispersi, si parla di oltre sessanta tra uomini, donne e tanti bambini, fratelli che scappano da guerre e fame. No, non si può assistere a queste immani tragedie».

Strati ha ricordato un episodio altrettanto doloroso del 2016, quando assistette allo sbarco di 700 migranti e alla tragica presenza di 45 bare. Le immagini di quell’evento lo hanno segnato profondamente, e la tragedia di ieri ha riaperto ferite mai guarite.

«Ricordo, nel lontano 28 maggio 2016, mentre assistevo dal quarto binario della stazione FS di RC S. Caterina, a quel drammatico sbarco al porto di Reggio Calabria. Quelle immagini tristi, mi sono ripiombate in mente nella giornata di oggi, dopo questa ennesima tragedia in mare. Mi chiedevo: perché? Ma perché non si mette fine alla mattanza di tante vite umane che scappano per avere una vita migliore. Proprio per questo dobbiamo reagire democraticamente come società civile, non solo in Calabria, ma in tutto il Mediterraneo, che dovrebbe essere solo un mare di delfini gioiosi e festanti. Ma che mondo è questo?»

Il drammatico naufragio, avvenuto ieri, ha visto ancora una volta la perdita di molte vite umane, tra cui uomini, donne e bambini che fuggivano da situazioni disperate in cerca di una vita migliore. Le autorità locali, con l’aiuto delle organizzazioni di soccorso, stanno ancora cercando i dispersi, ma le speranze di trovare sopravvissuti si affievoliscono con il passare delle ore.

Questa nuova tragedia, che si è consumata davanti alle porte di casa nostra, evidenzia ancora una volta l’urgenza di trovare soluzioni concrete per fermare queste tragedie. Non basta reagire solo emotivamente, è necessaria un’azione concertata a livello internazionale. Il Mediterraneo, che dovrebbe essere un simbolo di bellezza, vita, e pace, si sta trasformando in un luogo di morte e disperazione.

La dichiarazione di Strati è un grido di dolore ma anche un appello alla coscienza collettiva. La comunità calabrese e l’intera Italia dovrebbero infatti finalmente unirsi per richiedere ai governi nazionale ed europeo interventi realmente efficaci, che possano prevenire ulteriori perdite di vite umane. È cruciale creare corridoi umanitari sicuri e lavorare per stabilizzare le aree di conflitto da cui questi migranti fuggono. Il Mediterraneo dovrebbe essere un mare di pace e prosperità, non un luogo di morte e disperazione.