Nuova Fism attacca il Comune di Reggio: «Paritarie senza mensa e trasporto da tre mesi, bambini trattati come figli di un Dio minore»
La Federazione denuncia il mancato rinnovo della convenzione 2025-2026 e parla di disagi gravi per famiglie e alunni
Nella qualità di Presidente Provinciale della Nuova Fism, mi vedo costretto a protestare a tutela degli interessi di tutte le scuole federate facendo presente quanto segue:
Ancor prima dell’inizio dell’anno scolastico in corso è stato ripetutamente richiesto al Settore Istruzione del Comune di Reggio Calabria il rinnovo della convenzione per il servizio mensa e trasporto con le scuole dell’infanzia paritarie, inerente l’anno scolastico 2025-2026, convenzione che da svariati anni viene stipulata e rinnovata tra le parti. Con grande amarezza devo constatare che, mentre le scuole dell’infanzia statali e comunali usufruiscono già del servizio mensa e trasporto, le scuole dell’infanzia paritarie, pur essendo trascorsi quasi tre mesi dall’inizio dell’anno scolastico, a tutt’oggi non possono usufruire del servizio mensa e trasporto in convenzione, in quanto non si è ancora proceduto al rinnovo.
Il mancato rinnovo della convenzione sta creando gravi disagi alle famiglie e dimostra in modo evidente la scarsa attenzione che l’Amministrazione Comunale riserva ai bambini che frequentano le scuole paritarie. Scuole riconosciute ed autorizzate dal Ministero dell’Istruzione e parte integrante del sistema nazionale, ma che per il Comune di Reggio Calabria sembrano diventare, di fatto, figli di un Dio minore, destinati ad attendere sine die una firma che dovrebbe garantire parità di trattamento.
Siamo stanchi di essere aggirati con giustificazioni sempre diverse: prima il ritardo attribuito al cambio di Dirigente del Settore, poi al cambio dell’Assessore. La Federazione non ha mai fatto dello scontro mediatico il proprio stile, essendo da sempre orientata al dialogo e alla collaborazione. Eppure oggi siamo costretti a intervenire pubblicamente, poiché al Comune di Reggio Calabria, invece di affrontare i problemi reali che riguardano i bambini e le loro famiglie, si continua a guardare alle dinamiche politiche interne lasciando irrisolte le necessità essenziali del territorio.