Piazza del Popolo non ospiterà più il mercato, Falcomatà lapidario: «Dialogo si, ma solo con chi è in regola»
Il mercato di Piazza del Popolo rimarrà un ricordo sbiadito per la città di Reggio Calabria. L’amministrazione comunale andrà avanti per la sua strada che è quella della riqualificazione per destinare quello spazio ad altro. Ma ci sarà spazio, per chi è in regola, di trovare una collocazione nuova, o in un mercato già esistente, o individuando di concerto con l’amministrazione comunale, una nuova area disponibile, anche nelle zone limitrofe della stessa Piazza del Popolo.
È quanto venuto fuori dall’attesissima seduta della Commissione di vigilanza, presieduta da Massimo Ripepi, che questa mattina ha ascoltato il sindaco della città, Giuseppe Falcomatà, nel corso di una seduta dai toni tutto sommato pacati anche se determinati.
«Oggi si è certificata la chiusura del mercato storico di Piazza del Popolo. Ma questa cosa ancora non la sapevamo perché in quella delibera si parlava soltanto di sospensione temporanea delle attività mercatali, ma siccome è una competenza del Consiglio l’organizzazione dei mercati noi immaginavamo di avere il tempo e il modo di discutere di questi aspetti in un Consiglio comunale, mentre lo faremo quando ormai è stato tutto deciso, quando saranno passati sei mesi quando anche solo il trascorrere di 6 ore Per la città senza un mercato storico e per queste persone senza un lavoro è diventato un fatto insostenibile».
Con queste parole, il neo commissario cittadino della Lega Armando Neri ha rappresentato le doglianze dell’intera opposizione di centrodestra che, come detto, sin da subito, ha contestato al sindaco il metodo (social) con cui ha reso nota la decisione su Piazza del Popolo, formalmente assunta con una delibera di giunta qualche giorno dopo. Da Massimo Ripepi, Federico Milia, Demetrio Marino e Giuseppe De Biasi – ma anche dagli altri componenti della Commissione – sono arrivate diverse domande al primo cittadino.
Falcomatà: «Mio modus operandi corretto»
Alcuni passaggi servono a chiarire anche il modus operandi dell’amministrazione accusata anche di non aver sentito la necessità di convocare la conferenza dei capigruppo per parlare della delicata questione della Piazza. In tal senso Falcomatà ha fatto notare che con riguardo alla questione dei dehors che aveva messo in apprensione un’altra categoria di commercianti, furono i capigruppo a chiedere l’incontro, mentre in questo frangente – è il ragionamento di Falcomatà – l’esigenza avvertita dall’opposizione è stata più quella di dire che il sindaco non andava in Commissione, che di avere il sindaco in Commissione. Una questione di garbi istituzionali incrociati, hanno poi concordato un po’ da tutti, che avrebbero voluto quantomeno una interlocuzione orale, una telefonata per capire quando il sindaco non era impegnato in altre questioni istituzionali.
Falcomatà ha risposto anche a chi gli ha chiesto se non fosse più opportuno che fosse lui stesso l’interlocutore privilegiato degli operatori mercatali, sostenendo che «il sindaco è a capo dell’amministrazione ma l’amministrazione parla, si esprime, agisce e si comporta anche attraverso le sue articolazioni, le sue ramificazioni, gli assessori, i consiglieri delegati, il segretario generale, i dirigenti, i funzionari, i consiglieri comunali: sono tutti espressione dell’amministrazione e del sindaco che non può essere presente né sempre né ovunque». In tal senso Falcomatà ritiene che si debba parlare di «dialogo con l’ente pubblico» con il quale i cittadini si devono confrontare, rimarcando che il dialogo e il confronto «anche abbastanza serrato, forte e intenso» in alcune situazioni ci sia stato con l’assessore Marisa Lanucara nel pieno rispetto dei ruoli e delle prerogative di ognuno.
Una delle novità venute a galla oggi su Piazza del Popolo è burocratica. Il sindaco Falcomatà ha avviato le interlocuzioni con il Demanio e con la Soprintendenza perché l’area, e quindi la Piazza, è di proprietà dell’Agenzia del Demanio e su di essa insiste un vincolo anche della Soprintendenza. Ormai da mesi il primo cittadino ha avviato un dialogo per capire come poter sfruttare al meglio, senza deperirli e ricercando il reciproco vantaggio dal punto di vista della loro funzionalità, i beni demaniali sul territorio comunale, attraverso accordi e convenzioni. L’altra novità dell’ultima ora è che il Demanio avrebbe chiesto a Palazzo San Giorgio i canoni da pagare degli ultimi 10 anni senza averli mai chiesti prima – infatti non esiste un contenzioso, ha sottolineato la dirigente Pace – e senza che ci fosse alcuna comunicazione preventiva in merito. La questione, assicurano dagli uffici comunali è tutta da approfondire. La scoperta però, ha aggiunto il primo cittadino, «non attiene alla decisione di chiusura del mercato e di riorganizzazione dei mercati». Rispetto invece alle tempistiche previste per la sospensione (fino a giugno) trattandosi di un orizzonte abbastanza definito si propende per l’idea che sia una scadenza prevista per legge, ma comunque anch’essa da approfondire.
Lanucara: «Chiusura totale dagli operatori»
Ed è proprio Lanucara chiamata in causa ad esporre le varie tappe seguite dal suo assessorato che per la prima volta ha incontrato il 10 gennaio circa 30 persone di Piazza del Popolo, la maggior parte senegalesi, ricevute a Palazzo San Giorgio: «in quella riunione ci sono state varie aperture dell’amministrazione che si è subito adoperata per risolvere il problema sociale, ma nella legalità. Ho invitato i soggetti che sono venuti alle riunioni a mettersi in regola, cominciando a chiedere le autorizzazioni di tipologia B, ed ho detto loro: poi ci sediamo tutti insieme attorno ad un tavolo e sarete voi stessi a fare dalle proposte. Ci siamo visti anche altre sei volte dove è sempre ribadita la stessa cosa e per quanto mi riguarda se avessero ascoltato l’assessore a quest’ora stavano già lavorando».
L’assessore ha indicato date e partecipanti degli altri incontri, senza nessuna contestazione, neanche dei commercianti stessi, chiarendo che sono stati tutti incontri richiesti dagli stessi operatori, proprio perché l’amministrazione sta ancora controllando chi è autorizzato e non ad esercitare: «Sono sincera, mi dispiace dirlo, ma ho riscontrato una chiusura totale da parte della referente del mercato che ha usato anche toni ostili, nel senso che si è detto che l’amministrazione ha fatto cose illegali. Come allora io lo ribadisco qui, di andare alla Procura e denunciare l’amministrazione. Non ho visto nessun presupposto di collaborazione da parte degli operatori di Piazza del Popolo. Lo ribadisco io ho visto solo teatrini».
La referente degli operatori mercatali, presente in Commissione, ha replicato sostenendo che «sono undici anni che stiamo chiediamo di essere messi in sicurezza perché chi paga le tasse vuole essere messa in sicurezza. Io ho semplicemente detto che dopo 11 anni che sentiamo parole vorremmo fatti. Nulla di offensivo, non sono stata arrogante. Io oggi chiedo che ci sia ridata la dignità, punto». Da parte sua, l’ormai famoso signor Pellegrino ha ricordato la vicenda del Bando del 2018, con il quale fa coincidere la riorganizzazione del mercato, sostenendo la difficoltà di poter scegliere un’alternativa visto che ad oggi è vero che in regola sono soltanto due operatori e che sostanzialmente non possono decidere loro per tutti. Da qui la richiesta al sindaco di sospendere la delibera e procedere con la regolarizzazione.
Falcomatà: «Tuteleremo chi è in regola»
Il sindaco alla fine concludendo i lavori ha parlato di «discussione positiva» ribadendo il percorso che ha avviato l’amministrazione, la scelta discrezionale, la scelta di indirizzo politico con una delibera che non poteva che essere di sospensione, atteso che non è una prerogativa della giunta comunale bensì del Consiglio quella di discutere della riorganizzazione dei mercati. Falcomatà ha poi chiarito che il tempo fissato in delibera sarà sufficiente anche per discutere anche della riorganizzazione degli ambulanti mercatali di Piazza del Popolo che hanno e avranno titolo anche a operare sul territorio, ma ha anche ribadito che l’amministrazione «non lo ha mai fatto, non può, e non vuole dialogare e confrontarsi con chi persevera nell’abuso e nell’illegalità» perché è giusto tutelare l’economia e chi produce nella nostra città, ma «è giusto però rispetto a un’economia sana e onesta e un’economia trasparente non diciamo un economia che fomenta il mercato nero e che non aiuta la crescita e lo sviluppo del territorio, ma soprattutto non aiuta coloro che invece vivono facendo sacrifici».
Il sindaco si dice convinto, invece, che ci siano le possibilità di riorganizzare, anche in zone limitrofe a Piazza del Popolo, altre aree che oggi versano in stato di non utilizzo». Falcomatà indica le esperienze di Piazza Orange e di Piazza Carmine che devono rappresentare anche il metro di valutazione per l’ambizione della città di recuperare situazioni che invece oggi non sono esattamente esempi di pulizia, di bellezza e di trasparenza: «Questo per noi è fondamentale ed è importante, dopodiché chiaramente è giusto che ci sia un dibattito politico su quelle che sono le scelte dell’amministrazione su quelle che possono essere posizioni alternative o proposte e suggerimenti che vengono dalle varie parti in causa».