Ponte sullo Stretto, Caminiti incontra Salvini al Mit: «Lo spostamento del porto a sud ora è una priorità »
«La vera notizia per la città di Villa San Giovanni, dopo l’incontro avuto con il ministro Matteo Salvini, è che si apre finalmente un tavolo per la sottoscrizione di un accordo di programma che concretizzi lo spostamento del porto a sud»: così la sindaca Giusy Caminiti ha commentato l’esito dell’incontro svoltosi venerdì 26 settembre al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Convocata direttamente dal vicepremier, Caminiti ha portato a Roma le istanze e le priorità della città, già approvate dal consiglio comunale nel Piano Strategico del luglio 2024, che prevede 135 milioni di euro di opere preliminari come condizione necessaria all’apertura del cantiere del ponte. Tra le priorità segnalate dalla sindaca: il potenziamento della rete fognaria, la copertura e sistemazione del depuratore di Pezzo, la realizzazione di un secondo depuratore nella zona sud e l’efficientamento della rete idrica, con la costruzione di tre nuovi pozzi.
«Il ministro ha voluto approfondire l’intero iter storico che ha condotto fin qui – ha riferito Caminiti – dal vecchio accordo di programma del 1990 fino al decreto di emergenza ambientale del 2003, passando per la progettazione preliminare del 2004 e il recente decreto ministeriale che estende la competenza dell’Autorità di Sistema Portuale anche all’area del futuro porto a sud».
Salvini ha espresso, secondo quanto riportato dalla sindaca, la volontà di aprire a strettissimo giro un tavolo operativo con tutti gli enti coinvolti: RFI, ANAS, Agenzia del Demanio, ADSP dello Stretto, la Città Metropolitana di Reggio Calabria e naturalmente il Comune di Villa San Giovanni.
«Il porto a sud è il sogno di Villa San Giovanni. Siamo solo all’inizio di un’attività che non vedrà da parte nostra alcuna battuta d’arresto. Il mio ruolo – ha concluso la sindaca – è quello di dare voce alle esigenze della comunità, al di là delle legittime posizioni politiche sul ponte. La città ha bisogno di infrastrutture, vivibilità, e rispetto istituzionale. Questo tavolo è il primo passo concreto dopo decenni di promesse rimaste sulla carta».
Infine, Caminiti ha ribadito la necessità che la “prima pietra” dell’opera non riguardi direttamente il ponte, ma parta dalle opere strategiche per la città, come già richiesto formalmente anche in sede di ricorso al TAR contro il progetto: «Nel decreto della Presidenza del Consiglio abbiamo chiesto chiarimenti sull’interlocuzione con l’Unione Europea. La Corte dei Conti ha sollevato criticità che avevamo già evidenziato. Ma oggi la notizia è il ritorno al tavolo dell’accordo di programma quadro: un nuovo “Decreto Villa San Giovanni” è finalmente all’orizzonte».
«Abbiamo affrontato solo in maniera fugace i temi legati ai rilievi richiesti dalla Corte dei Conti è rispetto ai quali noi abbiamo già espresso la nostra posizione, è banale dire l’avevamo detto però effettivamente troviamo tutti i motivi che sono stati oggetto del nostro ricorso al TAR ma il ministro ci ha convocato per esprimere la volontà che la prima pietra che lui Immagina nell’opera ponte non sia legata al progetto del Ponte ma sia legata alle opere preliminari chieste dalla città di Villa San Giovanni.
Noi abbiamo chiesto 135 milioni di opere preliminari ieri al ministro ribadito la necessità di partire dall’efficienza della rete idrica che è una piaga perché perdiamo circa il 40% di acqua nel sottostrada, al potenziamento della rete fognaria, quindi la sistemazione del depuratore di città è un secondo depuratore nella zona di Acciarello».