Sezioni
09/09/2025 ore 13.15
Società

Redditi in Calabria tra i più bassi d'Italia: il divario con il Nord resta un macigno per i cittadini

La regione resta ultima per reddito medio: 18.230 euro contro i 29.120 della Lombardia
di Redazione

Cresce meno, rispetto ai dati nazionali, la capacità di produrre reddito dei calabresi e la regione resta fanalino di coda. I dati sull’Irpef pubblicati dalla Cgia di Mestre confermano una tendenza che si è consolidata nel tempo. La Calabria mantiene l’ultimo posto della graduatoria. In Lombardia il reddito complessivo medio è pari 29. 120 euroin Calabria raggiunge i 18. 230 euro.

A Milano il reddito medio è pari a 33. 604 euroa Cosenza 17. 773 euro, quasi la metà. La provincia più ricca è di conseguenza anche la più tartassata: 8. 846 euro di imposta media versata all’erario in Lombardia, contro i 3. 996 di Cosenza. Se è vero che al Nord il costo della vita è molto alto è anche vero che a parità di tipologia di occupazione i parametri salariali sono fuori scalai lavoratori del Sud sono peggio retribuiti di quelli del resto del PaeseLa pressione fiscale esercitata dall’Erario è la stessa ovunque e l’effetto che si crea evidenzia un ulteriore svantaggio dei contribuenti meridionali: oggi in Italia è pari al 42,7% del Prodotto interno lordotra le più alte dell’Unione europea. Le regioni del Sud arrancano alla prese con la accelerazione del calo demografico, lo spopolamento dei paesi e la fuga all’estero dei giovani e con l’innalzamento dell’età media della popolazione.

È Catanzaro la provincia calabrese più ricca

Catanzaro è la provincia calabrese più ricca con un reddito dichiarato pari 19.

282 euro (se ne versano 4. 355 all’Erario)Reggio Calabria è seconda con 18. 647 euro (4. 115 all’Erario) e Cosenza è terza con 17. 773 euro (e 3. 996 euro di imposte). Poco più indietro le province di Vibo Valentia con 17. 494 euro di reddito (3. 804 di imposte) e Crotone con 17. 262 euro (3. 786 euro versati all’Erario).

Vibo Valentia e Crotone sono le province italiane più in difficoltà. Il 77,7% dei contribuenti calabresi dichiara un reddito complessivo inferiore a quello medio nazionale che è pari a 24. 830 euro. Il quadro non è dei più rassicuranti. La Cgia di Mestre evidenzia che in linea generale sull’Irpef ha pesato in positivo la crescita registrata dalle retribuzioni, soprattutto per effetto dei rinnovi contrattuali e della corresponsione degli arretrati nel pubblico impiego, e l’aumento del numero degli occupati. L’analisi dei dati Irpef del Dipartimento delle Finanze relative all’ultimo anno di imposta disponibile, il 2023, ha accertato che i contribuenti calabresi sono 1. 192. 307. Più della metà, 625. 583, sono lavoratori dipendenti, 440. 316 sono pensionati e 50. 158 i lavoratori autonomi.

In Calabria i titolari di partita sono 116mila

La Calabria è la regione italiana con la maggiore incidenza percentuale dei soggetti con trattamento integrativo spettante sul totale dei lavoratori dipendenti: 30,8% contro il 17,1% della Lombardia.

In Calabria i titolari di partita Iva sono 116. 527 e i principali settori in cui operano sono le attività professionali, scientifiche e tecniche, il commercio, la sanità e l’assistenza sociale, l’edilizia e le attività manifatturiere. La capacità di produrre ricchezza è messa a seria prova da un contesto socio-economico che non offre molte possibilità ai professionisti ed ai lavoratori autonomi. Sul fronte del pubblico impiego i maggiori rischi sono rappresentati dal minor apporto di nuove leve nelle amministrazioni pubbliche come conseguenza della riduzione dell’impatto sulla popolazione dei servizi fondamentali in ambito di scuola e salute.

L’abbandono dei piccoli paesi e l’emigrazione dalle città costringerà gli Enti locali a tagliare posti in organico. Produrre ricchezza in Calabria diventerà un’impresa sempre più difficile.