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26/11/2025 ore 12.28
Società

Reggio Calabria, Cuzzola: «Le Circoscrizioni possono riattivare la democrazia nei quartieri»

Il professore interviene sul tema della partecipazione e sostiene la proposta di rilancio delle circoscrizioni con poteri reali.

di Redazione

La democrazia attraversa una fase delicata: sempre più spesso si riduce a un esercizio formale, svuotato della sua sostanza. Nei partiti – che dovrebbero essere i luoghi del confronto e del pluralismo – prevale da tempo un modello verticistico, in cui pochi decidono e molti subiscono. Liste bloccate, candidature calate dall’alto, selezione dei fedelissimi anziché dei competenti: meccanismi che trasformano cittadini ed elettori in spettatori di una rappresentazione già scritta, alimentando sfiducia e distanza.

La disaffezione non nasce dall’indifferenza, ma dalla percezione di essere tagliati fuori. Si chiede partecipazione, ma si sottrae la possibilità di incidere. Si invoca il voto, ma gli si toglie potere. È in questo contesto che la politica appare più attenta ai propri equilibri interni che ai bisogni reali delle comunità.

Per questo guardo con particolare attenzione alla proposta di Domenico Rechichi sul rilancio delle Circoscrizioni. Può sembrare un passo piccolo, ma sono proprio i passi piccoli a ricostruire la fiducia democratica. Le circoscrizioni rappresentano la possibilità concreta di riportare la politica nei territori: nei quartieri, nelle strade, nei luoghi in cui i problemi non sono uno slogan ma una realtà quotidiana.

Naturalmente, tutto ciò avrà valore solo se alle circoscrizioni verranno attribuiti poteri veri. Non devono essere vetrine elettorali né appendici decorative dell’amministrazione centrale, ma organismi capaci di incidere sull’azione amministrativa, con indirizzi che diventino criteri di valutazione della performance pubblica. Partecipazione sì, ma partecipazione che produce effetti reali.

Se costruito con serietà, questo modello può diventare un laboratorio di cittadinanza attiva, un luogo in cui ricucire il rapporto tra istituzioni e persone. Perché la democrazia non la fanno i capi, ma le comunità. E le comunità possono rinascere solo quando tornano ad avere voce.

Le circoscrizioni possono essere il primo passo per restituirgliela.