Reggio, cantiere del ponte Calopinace prossimo alla riattivazione: area ripulita e ripristinata la recinzione - FOTO
Speriamo sia la volta buona. E ci sono le condizioni perchè lo sia. Ripristinata la recinzione del cantiere del ponte sul Calopinace di cui da anni si attende l’effettiva riattivazione. Da questa dipende il completamento dell’opera che dovrebbe collegare la parte terminale dell’attuale lungomare con il parco lineare Sud a Reggio Calabria.
Ripulita anche l’area del cantiere e rimosso un palo della luce per consentire una maggiore agibilità. Stamane anche tecnici al lavoro per rilevare e confermare dati e misure. Conferma che la procedura prosegue, Franco Costantino, assessore comunale ai Lavori Pubblici. «Sono in corso le attività preparatorie per la ripresa dei lavori che sarà successiva alla posa delle travi. Completati gli iter autorizzativi che consentiranno, in orari già concordati con Anas, l’ingresso nell’alveo del torrente dei camion e della gru che dovrà provvedere al sollevamento e al posizionamento di travi e appoggi. Il trasporto eccezionale autorizzato, infatti, riguarda travi e appoggi acquistati dalla ditta esecutrice dei lavori da altra ditta. Sono già pronti e in attesa di arrivare a Reggio dal cantiere di Lamezia».
Necessaria la strada provvisoria nell’alveo
Trattasi di operazione complessa dal punto di vista pratico e che sta richiedendo degli interventi atti a creare le condizioni di sicurezza per l’ingresso nell’alveo di questi mezzi pesanti.
«La procedura va avanti senza interruzioni. Sul fronte autorizzativo – spiega ancora Franco Costantino, assessore comunale ai Lavori Pubblici – è tutto già in ordine. Anche le travi e gli appoggi, con le misure corrette e utili al completamento dell’opera, sono pronte per essere trasportate e posizionate. Quella in corso adesso è una fase preparatoria necessaria per operare in sicurezza dentro l’alveo.
L’ingresso in alveo dei mezzi richiede il reperimento non semplice, che è in capo alla ditta esecutrice Torchia, di blocchi di cemento armato per contenere un rilevato da realizzare nell’alveo stesso. Ho contezza di trattative in dirittura di arrivo. Dunque, a seguito dell’allestimento della strada provvisoria in alveo, la posa delle travi sugli appoggi consentirà la ripresa dei lavori. Nella fase successiva non saranno necessarie altre attività di terzi, come nei mesi scorsi è avvenuto per la realizzazione delle travi. Dunque le attività procederanno più speditamente». Così conclude Franco Costantino, assessore comunale ai Lavori Pubblici.
Verso la fine dell’attesa
Da oltre quattro anni si attende questo ponticello di 30 metri, largo 12 metri, posizionato a circa 2 metri dal letto del torrente Calopinace, con doppia corsia carrabile, per consentire il passaggio dei veicoli nel doppio senso di marcia, di una corsia ciclabile e di due marciapiedi pedonali.
Lavori aggiudicati nel 2020 con un progetto già approvato nel 2016 per l’importo complessivo di 450 mila euro, per un’infrastruttura che avrebbe dovuto essere consegnata dopo soli 120 giorni e che dopo oltre quattro anni, invece, ancora non c’è.
Le criticità, lo stallo e la diffida
Dopo il singolare rebus mai pienamente spiegato alla cittadinanza circa le misure errate, la traslazione dell’opera dal Fondo di Sviluppo e Coesione al Pon 2014/2020 e, a seguito della mancata osservanza del precedente, la sottoscrizione di un nuovo accordo da parte dell’amministrazione comunale e della ditta di costruzione Torchia, lo scorso anno lo stallo aveva, comunque, avuto ancora seguito.
Si era resa, pertanto, necessaria una diffida e l’avvio di una procedura di rescissione in danno del contratto a carico della ditta. Questa dimostrando di essersi attivata in merito alle travi e agli appoggi da ordinare e far realizzare fuori, lo scorso ottobre si è vista rinnovare la fiducia dell’Amministrazione comunale, potendo proseguire il rapporto. La procedura di rescissione, che era stata sospesa per valutare la nuova documentazione presentata dalla ditta, è stata bloccata.
A seguito di una analisi di costi benefici, il Comune ha infatti valutato di non procedere, ritenendo la documentazione presentata a seguito della diffida ad adempiere idonea a mantenere il contratto in essere. Ciò a beneficio di un completamento dell’intervento con un risparmio di tempo e soldi.