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27/01/2025 ore 22.40
Società

Reggio, Codacons ricorre al Tar per il pagamento del servizio idrico

Ciò accade con costanza ed in particolare, con il Comune di Villa San Giovanni per la maggior parte dei tributi non dovuti e delle fatture emesse e ormai prescritte
di Redazione

Uno dei mali peggiori che sta colpendo la Pubblica Amministrazione, è dovuto alla personalizzazione dei  ruoli a scapito di una applicazione quanto più aderente alla realtà normativa, la sola capace di dare sostanza  agli sforzi e all’impegno impegno profusi in questi ultimi decenni da Governi, Parlamento e persino  dell’Unione Europea, tutti diretti a scongiurare inutili contenziosi che non fanno altro che proiettare l’idea  di un apparato pubblico nemico dei cittadini, dei consumatori e degli utenti. 

Per questo motivo ci si ritrova a criticare il “governo ladro” che guardare al “funzionario di prossimità” che  spesso appare il vero responsabile delle storture praticate dagli Enti, complice la politica locale, con effetti che si riverberano su una condizione disastrosa dei servizi, sulla mancanza di risposte e su una trasparenza  che ormai solo le norme di legge, inutilmente, stanno li a presidiare e senza più quell’organismo di garanzia  che dovrebbe garantire l’uniformità dell’applicazione dell’ordinamento Statuale.  Ciò accade con costanza ed in particolare, con il Comune di Villa San Giovanni per la maggior parte dei tributi non dovuti e delle fatture emesse e ormai prescritte, nel silenzio persino dell’Organo di Liquidazione nominato a tutela dell’Ente dal Ministero dell’Interno. 

Nemmeno si coglie la disponibilità delle Associazioni dei Consumatori che pur di evitare contenziosi provano a chiedere formalmente dettagli e delucidazioni che incredibilmente rimangono lettera morta, sia  se il destinatario è il singolo Ente, sia se il destinatario è l’Ufficio Territoriale del Governo. Sicché, come accaduto oggi, il CODACONS è stato costretto a sollevare la questione presso la Sezione  distaccata del TAR di Reggio Calabria, pur sapendo che spesso le sentenze di primo grado rispondono più  ad esigenze politiche che a ragioni di giustizia, per ottenere risposte ed arrivare alla cancellazione di  provvedimenti che di fatto altri giudici hanno già sancito in modo inequivocabile. Tutti possono commettere errori ma difendere o, peggio, “fare melina” per cercare di farla franca, non  porterà a risultati apprezzabili sul fronte dei servizi pubblici che gli Enti sono obbligati ad erogare e poi  spacciare i provvedimenti come se fossero iniziative dirette alla Comunità. 

Tuttavia, come accaduto per il ricorso al TAR, nonostante richiedere il pagamento di fatture addirittura dal  2017 al 2020 – e non solo – sia già stato dichiarato illegittimo dalla giustizia, pur di non ammettere l’errore si è preferito non rispondere al CODACONS, con la complicità di certa stampa, provando in qualche caso – debitamente segnalato alla Prefettura – a farlo direttamente con i cittadini.  E così le norme sul “giusto procedimento amministrativo” sul “Codice del Consumo” e le norme che  sottendono ai rapporti con le P.A. devono trovare ristoro prima di arrivare nelle aule di Giustizia, con duplice  danno nei rapporti con gli amministrati e all’immagine dell’Amministrazione. 

Quanto sta accadendo nella città di Villa San Giovanni ed è la rappresentazione plastica di un “teatro buffo”,  dove i cittadini chiedono e non ottengono risposte, dove le Associazioni dei Consumatori, per conto dei  cittadini, invocano informazioni e vengono ignorate ma anche danneggiate.  Il clima che si è determinato è quello del libero arbitrio, non tanto perché vengono violate le norme ma  perché ci si è chiusi al dialogo ed al confronto, con una reticenza istituzionale che impone una riflessione  molto seria da parte di Governo e Parlamento.