Reggio, la Madonna della Consolazione è tornata in mezzo al suo popolo devoto per benedire la Città - FOTO e VIDEO
«Un suono bellissimo generano le parole “Maria prega per noi”. Come a voler dire: “Maria fai il tifo per noi”. Chiediamo, dunque, alla Madre della Consolazione di darci il coraggio e la forza per andare avanti e non perderci d’animo. Ognuno è qui con i propri sogni, desideri e anche con le proprie sofferenze e le proprie speranze da confidare a Lei, per il tramite della Sua immagine e del Figlio che Le è accanto. Oggi al suo seguito abbiamo pregato insieme.
Io vi immagino nelle vostre giornate di lavoro, anche se il lavoro non sempre c’è, con le vostre famiglie, nei momenti di sconforto ma anche in quelli di festa. Io ho pregato per ciascuno di voi e per le vostre famiglie e voi avete pregato per me. In questa nostra preghiera anche un pensiero ai fratelli e alle sorelle che in Marocco stanno vivendo il dramma di un devastante terremoto. Uomini e donne di un’altra religione ma fratelli e sorelle tutti in umanità, come ci ha ricordato papa Francesco.
Manifestiamo la nostra solidarietà e poi come chiesa reggina vediamo cosa possiamo fare. Intanto poniamo nelle mani di Maria anche la loro sofferenza e tutto quanto portiamo nel nostro cuore. Sempre viva Maria». Così l’arcivescovo di Reggio – Bova, monsignor Fortunato Morrone, ha affidato il popolo reggino alla Madonna della Consolazione, impartendo anche la sua benedizione. Accanto a lui una delegazione della comunità marocchina.
La Madonna della Consolazione ha fatto, dunque, ritorno nella cattedrale del Duomo dove dimorerà fino all’ultima domenica di novembre, quando sempre sulle spalle dei portatori della Vara della Madonna della Consolazione tornerà sulle alture della Città, alla basilica dell’Eremo.
La “passeggiata”
È stato il complesso bandistico di Ortì a guidare il corteo aperto dall’arcivescovo di Reggio – Bova, monsignor Fortunato Morrone e dai rappresentanti della chiesa Reggina. Accompagnato dai cori mariani e dalle preghiere silenti, sulle spalle dei Portatori la Vara ha attraversato la città tra i labari delle associazioni, in testa quella dei portatori, e quelli istituzionali di Comune, Città Metropolitana e Regione.
Al seguito della Vara i sindaci Paolo Brunetti e Carmelo Versace, rispettivamente sindaco ff di Comune e Città metropolitana di Reggio Calabria, e altri rappresentanti istituzionali precedevano i fedeli in cammino e ai lati della Vara.
Per ragioni conservative della macchina processionale, quest’anno una Vara senza mazzi fiori, per i quali un gruppo di ragazzi muoveva un apposito raccoglitore.
La sosta dinnanzi alla prefettura e alla questura
Dopo la discesa di sabato, oggi si è rinnovata la “passeggiata” del secondo martedì di settembre, (quest’anno proprio nel giorno della beata Vergine Maria) che la Vara compie per le vie del centro cittadino. La Vara ha percorso il tratto di corso Garibaldi tra piazza Duomo e piazza Italia e poi fino a piazza Garibaldi prima del rientro al duomo. Tra le soste, quella dinnanzi alla Prefettura, tra palazzo San Giorgio e palazzo Alvaro, rispettivamente sedi delle amministrazioni del Comune e della Città Metropolitana, con i drappi amaranto appesi ai balconi, e quella dinnanzi alla Questura.
Qui la sacra effigie è stata accolta dal prefetto Massimo Mariani e dal questore Bruno Megale. L‘arrivo a Piazza Garibaldi, con il giro dell’area di cantiere degli scavi e quindi la sosta per la benedizione della zona Sud della città, prima del rientro al Duomo. Il coro “Ora e Sempre Viva Maria”, gli applausi e le preghiere scandiscono il cammino.
L’affidamento della Città
Fedeli assorti in preghiera, altri in festa con la famiglia e con gli amici, molti al seguito della Vara in compagnia del proprio cane. La tradizionale processione del martedì si conferma un appuntamento corale che molti attendevano, ritrovando anche la bellezza di una condivisione che la pandemia aveva momentaneamente sacrificato. L’affidamento della propria vita e dei propri cari ma anche l’affidamento della città di Reggio Calabria, con tutti i suoi problemi ancora irrisolti e l’urgenza di risollevarsi.
«È lei a condurci, nessuna fatica»
«Nessuna fatica. È Lei a fare tutto». In questa frase di un portatore della Vara della Consolazione che si condensa la devozione di un popolo che anche quest’anno si è emozionato al seguito della Sacra Effigie. Una tradizione che ha radici profonde e secolari dalle quali è necessario trarre, come ha ricordato anche l’arcivescovo Morrone in occasione della discesa dall’Eremo di sabato scorso, un profondo spirito di Fede.
«Anche la passeggiata è piena di emozioni per noi portatori. Ognuno la vive con una storia da affidare alla Madre. Non conta che sia la discesa dall’Eremo, la processione di oggi o il ritorno. Per noi conta essere ai piedi della Madre. Sembra impossibile da credere ma non accusiamo alcuna fatica al termine della processione. È lei a guidarci e a condurci. Sotto la Vara siamo circa 130 ma i portatori impegnati, compresi quelli che danno il cambio, sono complessivamente circa 300-350.
Per noi è un onore e un privilegio essere portatori. Oggi diventarlo non è più solo una questione generazionale, da tramandare di padre in figlio in famiglia. Oggi chiunque, animato dalla Fede, può rendere questo servizio alla Città ai piedi della Madre. È richiesta la maggiore età.
In questo momento tra i portatori ci sono dei ventenni. Il più anziano ha circa 80 anni con 60-65 anni di cammino sotto la Vara. Si chiama Saverio Zuccalà. Il più anziano in assoluto è stato Giovanni Gangeri, mancato qualche anno fa, e che fino a 92 anni è stato sotto la vara», così Gaetano Surace, presidente dell’associazione dei Portatori della Vara della Madonna della Consolazione.