Reggio, l'appello di Lorenzo Festicini per la Madonna della Consolazione
«Cari cittadini e amati fratelli e sorelle nella fede,
Ci troviamo nel pieno della settimana dedicata alla Madonna della Consolazione, momento che dovrebbe essere il culmine della nostra identità spirituale e comunitaria.
Eppure, si legge nella nota diffusa dal Cav. Dott. Lorenzo Festicini, Fondatore e Presidente dell’Istituto Nazionale Azzurro, quello che sta emergendo davanti ai nostri occhi ci lascia sgomenti e ci impone una riflessione seria e sincera. La violenta lite avvenuta ieri sera ai piedi della scalinata del Duomo, davanti al cuore spirituale della nostra città e in un luogo consacrato alla preghiera e alla riconciliazione, è un fatto che non può essere ignorato.
A questo si aggiungono le polemiche e le tensioni sorte attorno alla caduta della Vara e al ruolo dei Portatori.
Una settimana che dovrebbe parlare esclusivamente di fede e unità si è trasformata, giorno dopo giorno, in teatro di contrasti, divisioni e clamorose dissonanze.
Davanti a questi fatti, non possiamo tacere: qualcosa non sta funzionando, e questo “qualcosa” non riguarda solo episodi o singoli individui.
È un sintomo di una frattura ben più profonda, che sembra insinuarsi silenziosamente nelle fondamenta della nostra comunità e della nostra tradizione. La domanda, pur scomoda, è inevitabile: come è possibile che in un momento tanto significativo per il cammino spirituale di noi tutti si assista a un tale proliferare di conflitti e disgregazione?
Vi è forse una mancanza di orientamento? Vi è forse una carenza di una voce forte e chiara, capace di unire invece di disperdere, di illuminare invece di mantenere nell’ombra?
I fedeli reggini, con la loro devozione pluricentenaria, meritano di essere custoditi e accompagnati nella luce della coerenza e nella fermezza delle azioni.
Tra ambiguità mai chiarite e silenzi che sembrano quasi compiacenti, si rischia di lasciare spazio a chi è interessato più al conflitto che alla comunione, più alla polemica che alla preghiera.
La fede è forza e trasparenza, non timore e accomodamento.
E chi ha il compito di farsi guida per la comunità, chi è chiamato a servire e testimoniare in nome di valori eterni, deve saper scendere in campo con coraggio e determinazione, evitando che la disgregazione diventi sistema e che il sacro si pieghi ai giochi di potere.
La rissa di ieri, così come le tensioni sulla Vara, non sono semplicemente incidenti o episodi di cronaca: sono segnali chiari e dolorosi di una deriva spirituale che non deve essere minimizzata.
Questo non è il momento delle neutralità di comodo, né del silenzio diplomatico.
Questo è il momento di parlare, di agire, di unire. Questo è il tempo per dimostrare cosa significhi veramente essere responsabili di una comunità che guarda alla Vergine Consolatrice come guida e protettrice eterna. La tradizione della “volata” della Vara, con il suo simbolismo profondo e il suo radicamento nel cuore dei reggini, non è un dettaglio tecnico né un rito da riformare con uno sguardo freddo e distaccato.
È il sudore di chi fatica, il cuore che batte per una promessa e la fede che si tramanda di generazione in generazione.
Tuttavia, nessun simbolo, nemmeno quello più sacro, può essere vissuto fuori dal contesto di una comunità unita. Quando il gesto rimane vuoto e diviso, il suo messaggio rischia di spegnersi.
Ed è proprio qui che nasce il nostro richiamo accorato e senza compromessi: si faccia chiarezza, si ricostruiscano ponti infranti e si risponda alle domande della comunità.
Lo si faccia con la sincerità e la trasparenza che la fede merita, senza lasciare spazio ad ambiguità o a giochi di potere che tradiscono la Madonna stessa.
Non si può celebrare una patrona che accoglie tutti sotto il suo manto se, nel frattempo, si alimentano divisioni e si tollera un clima di discordia.
Cari fratelli e sorelle, la Vergine della Consolazione è madre di una comunità unita, non di fazioni. Torniamo al cuore della fede, che è servizio, fraternità e coerenza.
E che nessuno, nessuno, osi mettere in secondo piano il Vangelo per salvaguardare equilibri che, alla fine, non salveranno nessuno.
Il popolo reggino merita di essere accompagnato verso la luce della verità, mai verso l’ombra della confusione.
Con profondo amore per questa città e il richiamo della nostra Madre celeste».