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18/06/2025 ore 21.15
Società

Restituire i ragazzi a se stessi: la battaglia educativa del Corecom Calabria contro la dipendenza digitale

Il presidente Scarpino: «Il divieto di smartphone a scuola è un atto di responsabilità, ma serve una rivoluzione pedagogica»
di Redazione

«Restituire i ragazzi a se stessi è un passo di civiltà. I fondi, le regole, i divieti servono, ma il vero cambiamento deve partire dalle aule, dalle famiglie, dalle piazze». Con queste parole il presidente del Corecom Calabria, avv. Fulvio Scarpino, accoglie e rilancia il contenuto della circolare ministeriale con cui il Ministro Giuseppe Valditara ha vietato l’uso degli smartphone in classe.

«Ci sono atti amministrativi che restano sulla carta, e atti che diventano il segno di un’epoca che cambia» – afferma Scarpino – «e questa circolare scuote finalmente le coscienze, rompe il muro dell’indifferenza, chiama per nome la vera emergenza educativa del nostro tempo».

La fragilità degli adolescenti, osserva il Corecom, si insinua nei gesti più semplici: il bisogno di connessione, la fame di conferme, la solitudine travestita da socialità. I numeri parlano chiaro: il 25% dei ragazzi presenta una forma di dipendenza da smartphone secondo l’Istituto Superiore di Sanità. Disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, relazioni impoverite, ansia e depressione in aumento sono la fotografia di una generazione smarrita.

«Il divieto rompe l’incantesimo pericoloso che ci aveva fatto credere che la tecnica potesse surrogare la relazione, che la libertà d’accesso fosse più importante della responsabilità» – aggiunge Scarpino – «ma ora nessuno può più dire “non sapevo”».

La scuola deve tornare ad essere il laboratorio della presenza, insiste il Corecom, un luogo in cui si coltiva il pensiero attraverso la parola, l’incontro e il confronto. Perché vietare da solo non basta: il senso del limite si costruisce nella relazione viva, nella fatica e nella gioia dello stare insieme.

«I ragazzi hanno bisogno di adulti che li ascoltino, di regole che non siano muri ma braccia aperte», sottolinea ancora Scarpino.

Il Vicepresidente del Corecom, avv. Mario Mazza, aggiunge: «Non basta chiudere la porta al telefono per riaprire quella della crescita: serve una rivoluzione educativa integrale, che ricostruisca il senso del tempo, della noia, della fatica, della cura, della differenza tra virtuale e reale».

Per questo, da settembre, partirà “Corecom Academy in Tour”, la prima campagna di educazione affettiva integrata, con il rilascio del patentino digitale, strumento di formazione civica e digitale autorizzato da AGCOM e gestito dai Corecom. Un viaggio tra scuole, territori, studenti, famiglie e insegnanti, per ricostruire una comunità educante in grado di offrire strumenti, limiti e speranza.

«La vera sfida è ridare a scuola, famiglie e territori il coraggio di educare davvero: insegnare a distinguere tra urgenza e desiderio, tra informazione e manipolazione, tra solitudine e libertà» – conclude Scarpino – «serve un’alleanza che faccia sentire ogni ragazzo atteso, guardato, accolto. E non lasciato a galleggiare nell’indifferenza di uno schermo».