Salvataggi in mare e corridoi umanitari per rispondere all’emergenza migranti, focus a Roccella Jonica
Nella cittadina della Locride, diventata terra di approdi di disperati, un momento di confronto sul fenomeno organizzato dalla Caritas. Don Pagniello: «Ci sono altre vie oltre i soccorsi»
Salvataggio in mare e corridoi umanitari non sono temi lontani, ma questioni che toccano ogni giorno la vita delle nostre comunità. Per questo l’ex Convento dei Minimi di Roccella Jonica ha ospitato un incontro sul tema promosso dalla Caritas diocesana insieme all’Ufficio Circondariale Marittimo di Roccella.
In un momento storico in cui migrazioni, sicurezza e diritti umani animano il dibattito pubblico, il convegno ha voluto offrire uno sguardo concreto su come questi fenomeni impattino sul territorio. Autorità civili, militari e religiose hanno dialogato con Don Marco Pagniello, Direttore di Caritas Italiana e con il Comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo Marco Di Benedetto.
«Innanzitutto noi dobbiamo dire grazie al servizio della Guardia costiera, non solo quello effettuato qui a Roccella ionica ma quello che ogni giorno in tanti luoghi d’Italia viene fatto – ha detto don Pagniello - La Caritas vuole fare la sua parte, vuole sostenere nell’accoglienza il lavoro della Guardia costiera e anche quello di altre realtà. Dall’altra parte vogliamo anche provare nel nostro piccolo a dire che ci sono altre vie, altri modi per arrivare nel nostro paese grazie soprattutto all’esperienza dei corridoi umanitari che ormai portiamo avanti dei diversi anni che mettono in sicurezza sicuramente i migranti e anche la comunità che accoglierà, perché la comunità viene preparata, viene formata.
Caritas propone con forza i corridoi umanitari, anche attraverso la novità dei corridoi lavorativi, per farli arrivare già in luoghi dove sappiamo che c’è il lavoro e l’integrazione è più facile. E’ un fenomeno che deve essere sempre più normalizzato, uscire dall’emergenza ed essere organizzati al meglio possibile».
Spazio anche alle testimonianze di chi ha vissuto in prima persona il viaggio attraverso un corridoio umanitario, come quella offerta da Arezo Rashidi, giovane donna proveniente dall’Afghanistan, arrivata in Italia nel 2021.
«I corridoi umanitari rappresentano veramente una possibilità molto grande per i migranti che vivono in una situazione molto brutta nei paesi dove c’è guerra – ha raccontato - perché i migranti vengono e scappano dai loro paesi per seguire i loro sogni. I corridoi umanitari sono la soluzione migliore perché attraversare il mare è molto rischioso, si rischia la vita e non c’è nemmeno la speranza di arrivare. In Italia mi sono trovata bene, accolta da persone che mi hanno fatto sentire a casa».
A seguire è stata inaugurata una mostra fotografica dedicata ai soccorsi in mare effettuati dalla Guardia Costiera di Roccella Jonica. Immagini che raccontano meglio di qualsiasi discorso cosa significa salvare vite e scegliere la via dell’umanità. Quindi un momento conviviale curato dalla c∑oop “Jungi Mundu”, due realtà che hanno trasformato l’accoglienza in percorsi concreti di integrazione e lavoro, dimostrando che dietro ogni storia c’è una possibilità.