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24/11/2024 ore 12.10
Società

Scuola, compiono 50 anni gli organi collegiali: continua a mancare la partecipazione dei genitori

Chiamati al voto i genitori di 72.500 studenti reggini, ma la crisi nei rapporti scuola-famiglia persiste
di Redazione
Empty School classroom

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Guido Leone*.

«A 50 anni dalla nascita degli organi collegiali, la partecipazione dei genitori continua a latitare. Anche quest’anno, i genitori reggini dei 72.500 studenti delle scuole di ogni ordine e grado sono stati chiamati alle urne per il rinnovo dei Consigli di Istituto.

Dopo la riapertura delle scuole a settembre, il passo successivo, non meno importante nell’organizzazione scolastica, è il rinnovo degli O.O.C.C., declinati in ogni ordine e grado di istruzione pubblica. Le operazioni di voto per gli organi di durata annuale e quelle per il rinnovo annuale della rappresentanza studentesca nel consiglio d’istituto delle istituzioni scolastiche d’istruzione secondaria di II grado si sono svolte entro il 31 ottobre.

Per quanto concerne invece le elezioni per il rinnovo dei Consigli di Circolo/Istituto scaduti con il decorso anno scolastico, nonché delle elezioni suppletive nei casi previsti, la data delle votazioni è stata fissata nei seguenti giorni: domenica 24 novembre 2024 (dalle ore 8:00 alle ore 12:00) e lunedì 25 novembre 2024 (dalle ore 8:00 alle ore 13:30).

L’utenza scolastica nella provincia reggina, a vario titolo interessata, è piuttosto numericamente consistente: alle urne sono stati chiamati i genitori di 72.500 studenti delle scuole di ogni ordine e grado e ci ritorneranno in quegli istituti dove sarà rinnovato il Consiglio d’Istituto. Gli oltre 28.000 allievi delle scuole superiori sono stati invece impegnati nel rinnovo della loro rappresentanza.

Per molti, si tratta solo di adempiere a degli obblighi previsti dalla legislazione, per alcuni, invece, significa ancora realizzare quelle forme di partecipazione e democrazia tanto utili quanto necessarie per una sana gestione della scuola pubblica italiana.

A mancare agli appuntamenti elettorali, purtroppo, sono spesso le famiglie, soprattutto nella scuola secondaria di secondo grado. Forse perché si avverte una certa stanchezza dovuta alla disillusione: può darsi! E pensare che quest’anno gli organi collegiali hanno compiuto a maggio scorso 50 anni.

Sono nati con la legge delega 477/1973 (per questo vengono chiamati anche Decreti Delegati) poi attuata dal Decreto DPR 416 del 31 maggio 1974 e hanno istituito, tra le altre cose, i Consigli di Classe e d’Istituto con i rappresentanti dei genitori e alla secondaria degli studenti.

Obiettivo? Estendere alle famiglie la partecipazione alla vita della scuola. Al Consiglio d’Istituto spetta, ad esempio, oltre all’approvazione del bilancio, quello del Piano dell’offerta formativa, del calendario scolastico, dei criteri per la formazione delle classi, dell’acquisto dei beni necessari.

Mezzo secolo dopo, si può dire, però, che gli Organi collegiali sono invecchiati piuttosto male: per le elezioni dei rappresentanti dei genitori votano in pochissimi, mentre fanno eccezione gli studenti, che però votano in orario scolastico.

La circostanza elettorale va, perciò, enfatizzata perché è auspicabile che almeno quest’anno si registri una inversione di tendenza rispetto ai dati partecipativi degli ultimi anni, quando il voto complessivo dei genitori ha toccato i minimi storici.

Infatti, nell’istruzione primaria i genitori interessati alle elezioni negli ultimi anni in Calabria sono stati mediamente il 33,5%, nella scuola secondaria di primo grado il 28,5% e nella scuola superiore appena il 12,5%.

La profonda crisi dei rapporti scuola-famiglia sta assumendo, ormai, forme al limite del patologico. Le famiglie disertano questi appuntamenti segno che in pratica credono poco all’effettiva utilità della loro presenza negli Organi collegiali, e non è raro che dei genitori si trovino eletti come rappresentanti “in contumacia” o siano quasi costretti ad offrirsi come vittime sacrificali perché all’assemblea i presenti si contano sulle dita di una mano.

Eppure, il dato percentuale della partecipazione dei genitori alle elezioni del Consiglio d’Istituto costituisce uno degli indicatori di qualità nel RAV, il rapporto di autovalutazione della scuola.

Negli ultimi anni sta montando tra i docenti una diffusa insofferenza per la presenza nella scuola dei genitori, visti sempre più come i sindacalisti dei propri figli. Parallelamente, si può constatare una diffusa diffidenza e insoddisfazione di molti genitori nei confronti dei docenti accusati di non ascoltare le richieste delle famiglie e di non preoccuparsi fino in fondo del successo scolastico degli alunni.

Anche le ultime vicende legate a processi di dispersione e abbandono e di violenza minorile richiamati in questi giorni dalla stampa evidenziano come vada rinsaldata l’alleanza tra pianeta famiglia e pianeta scuola.

Rilanciare, dunque, su basi nuove il ruolo dei genitori, partendo dal territorio, dal comune, dalla provincia, dalla regione. Personalmente penso, ad esempio, che un grande ruolo potrebbe avere un Consiglio scolastico comunale composto dai genitori rappresentanti di classe e di scuola, sia pubbliche che private.

Questi genitori, molto rappresentativi, potrebbero operare come consulenti per l’assessorato alla pubblica istruzione e anche svolgere attività autonoma diretta su alunni e genitori. Inoltre, uno spazio genitori comunale servirebbe a rigenerare un comune sentire genitoriale che si è spappolato o addirittura disperso.

Insomma, non genitori sindacalisti dei figli, ma genitori “progettuali”.

Loro sono la chiave di tutto. Lo aveva capito 54 anni fa Don Milani che così apre la sua “Lettera ad una professoressa”: “Questo libro non è scritto per gli insegnanti, ma per i genitori. E’ un invito ad organizzarsi”».

*già Dirigente tecnico USR Calabria