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30/09/2025 ore 10.40
Società

Sessant’anni dopo, la V C del Liceo Scientifico "Leonardo Da Vinci" di Reggio Calabria rivive l’emozione del diploma

Sessant’anni dopo il diploma, i ragazzi del '65 tornano insieme per una festa di ricordi e affetti che resistono al tempo
di Silvio Cacciatore

Sessant’anni sono un traguardo che profuma di vita, di ricordi che diventano radici e di legami che sfidano il tempo. La classe V C del Liceo Scientifico “Leonardo Da Vinci” di Reggio Calabria, maturità 1964/65, ha festeggiato il proprio anniversario con un incontro che ha avuto il sapore delle grandi ricorrenze e la leggerezza delle risate di un tempo.

Come ogni anno, davanti a una tavola imbandita, i compagni si sono ritrovati con lo stesso spirito di allora: scherzi, racconti, memorie condivise. E anche se gli anni portano con sé il peso naturale degli «immancabili acciacchi senili», la forza dell’amicizia ha illuminato la giornata.

A prendere parte all’incontro sono stati Antonino Andidiero, Rosalba Barcella, Vincenzo Cannizzaro, Giovanni Catona, Annamaria Cimino, Salvatore Ciriaco, Filippo Farina, Lorenzo Idone, Ferruccio Minutolo, Giuseppe Morabito, Mario Muto e Leopoldo Romeo Tripepi. Una rappresentanza viva di quella gioventù che, tra i banchi del Da Vinci, aveva sognato il futuro senza immaginare che un giorno si sarebbe ritrovata a celebrarne sessant’anni di distanza.

L’appuntamento del 29 agosto 2025 ha avuto un momento particolarmente intenso grazie all’omaggio poetico di Rosalba Barcella, che ha composto e donato ai compagni una poesia in vernacolo, custodita su un attestato celebrativo. Le sue parole hanno condensato l’ironia e la nostalgia di un tempo che scorre, ma che non cancella la vitalità dei legami:

«Sissant’anni passaru e simmu ancora ’cca
a sruzzari i bicchieri cu ggiujiusa vuluntà.
A vita ndi spassulia, a morti ndi sparragiau,
ma u ventu ru sstrittu i cori risbigghjau…»

Versi che hanno emozionato i presenti, tra sorrisi e occhi lucidi, perché racchiudono il senso profondo di questo ritrovarsi: la giovinezza non si spegne, resta nel cuore e si rinnova nel ricordo.

Sessant’anni dopo, il diploma del 1965 non è più soltanto un documento di carta, ma il simbolo di una storia collettiva. Un filo invisibile lega ancora oggi chi ha condiviso un tratto di strada e continua a ritrovarsi, con la stessa emozione di allora, sotto lo stesso cielo e davanti allo stesso mare.

E in quel brindisi collettivo c’è molto più di una ricorrenza: c’è la testimonianza che la memoria, quando si nutre di affetto e di amicizia, diventa una vera forma di eternità.