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13/12/2025 ore 21.00
Società

Sostenere le famiglie per proteggere i bambini, Cananzi: «I bambini hanno diritto ad essere felici»

All’incontro promosso dalla comunità Agape, istituzioni, professionisti e cittadini hanno discusso come prevenire l’allontanamento dei minori dal nucleo familiare d’origine, valorizzando il ruolo di coppie e singoli nel sostegno educativo

di Elisa Barresi

Come prevenire l’allontanamento di un minore dalla sua famiglia d’origine? Quale contributo possono offrire coppie, ma anche singoli cittadini, nel sostegno quotidiano ai genitori in difficoltà? A queste domande ha cercato di dare risposta l’evento organizzato dall’associazione Agape, che ha riunito figure chiave del mondo giudiziario, sociale ed educativo.

All’incontro hanno preso parte Emanuele Mattia, garante per l’infanzia e l’adolescenza della Città Metropolitana, l’avv. Pasquale Cananzi della Camera Minorile, Francesca Chirico, presidente dell’Azione Cattolica Diocesana, Anna Maria Stellitano, referente dell’Ordine regionale degli Assistenti Sociali, il giudice onorario del Tribunale per i Minorenni Giuseppe Marino e Teresa Pietropaolo, rappresentante del servizio affidi del Comune.

Al centro: la continuità di vita del bambino

L’avv. Pasquale Cananzi ha evidenziato come il vero obiettivo dei servizi e della giustizia minorile debba essere quello di garantire continuità di vita e di affetti al bambino, evitando soluzioni che spezzano i suoi legami, anche quando la famiglia vive situazioni complesse. Non basta sostituire un nucleo familiare con un altro: è necessario costruire interventi capaci di accompagnare il minore senza interrompere bruscamente la sua storia.

«I bambini hanno diritto a essere felici – ha sottolineato Cananzi – e non lo saranno se la loro vita viene spezzettata in tante parti. Qualunque intervento, dal tribunale ai servizi sociali, deve tenere insieme la continuità del loro percorso affettivo ed educativo».

Coppie, singoli e comunità: un affiancamento possibile

Dal dibattito è emersa con forza l’importanza del ruolo di famiglie solidali, coppie o anche singoli che possano affiancare temporaneamente una famiglia in difficoltà, evitando che una situazione di fragilità evolva fino all’allontanamento dei minori.

È stato portato l’esempio concreto del gruppo di volontari della comunità Agape, che da due anni sostiene una madre rimasta vedova con cinque figli. Un supporto semplice e quotidiano – accompagnamenti, presenza, vicinanza – che ha permesso ai servizi sociali di non ricorrere al collocamento in comunità, mantenendo i bambini nel loro ambiente di vita.

Un modello che testimonia come, lavorando in rete tra famiglie, volontari, professionisti e istituzioni, sia possibile prevenire traumi e rotture affettive spesso difficili da sanare.

Il ruolo essenziale dei servizi sociali

Nel confronto si è discusso anche della pressione mediatica e delle critiche che negli ultimi tempi hanno investito i servizi sociali. La referente dell’Ordine regionale degli Assistenti Sociali, Anna Maria Stellitano, ha ricordato la responsabilità, ma anche la complessità, del loro lavoro: «I servizi non sono “i cattivi che allontanano”, ma la prima linea che cerca soluzioni per dare ai bambini opportunità migliori».

La collaborazione tra servizi, famiglie affidatarie, volontari e magistratura minorile è apparsa come la chiave per costruire interventi efficaci, flessibili e rispettosi dei diritti dei più piccoli.

Un nuovo modello possibile

L’incontro si è concluso con alcune indicazioni operative condivise:

• potenziare il sostegno preventivo alle famiglie fragili, prima che la situazione degeneri;
• valorizzare la presenza di famiglie affiancanti e cittadini disponibili a offrire tempo e supporto;
• promuovere reti di comunità, capaci di rispondere a bisogni educativi e affettivi con tempestività;
• garantire sempre, in ogni decisione, la continuità di vita e relazioni del bambino.

L’esperienza raccontata da Agape dimostra che intervenire prima, e insieme, è possibile: e che la comunità, quando funziona, può davvero diventare una risorsa per proteggere i bambini e sostenere le loro famiglie, senza arrivare alla dolorosa misura dell’allontanamento.