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12/12/2025 ore 19.38
Società

Trent’anni dalla morte di Natale De Grazia. Legambiente: «La verità sui traffici di rifiuti in mare non può essere archiviata»

Legambiente ha riportato al centro del dibattito pubblico la figura del Capitano di fregata Natale De Grazia, con due giornate di confronto e memoria a Reggio Calabria. Al tema dei traffici illeciti di rifiuti in mare e delle navi a perdere si sono affiancati i gesti civili della città: l’intitolazione della scuola primaria di via Quarnaro e la posa della targa sul Lungomare di Gallico, a trent’anni dalla sua morte.

di Aldea Bellantonio

Il nome di Natale De Grazia continua a segnare una linea di confine tra ciò che è stato accertato e ciò che resta ancora da chiarire. A trent’anni dalla sua morte, Legambiente ha scelto di riportare quella vicenda al centro del dibattito pubblico, sottraendola alla sola dimensione commemorativa e rilanciando una richiesta di verità che riguarda l’ambiente, la salute e la credibilità delle istituzioni.

Il confronto a Palazzo San Giorgio

Nella Sala dei Lampadari "Italo Falcomatà" di Palazzo San Giorgio, si è svolta una tavola rotonda con rappresentanti istituzionali, forze dell’ordine, associazioni e testimoni diretti. Un confronto che ha ripercorso l’attività investigativa condotta da De Grazia nei primi anni Novanta, quando era impegnato su delicate indagini relative ai traffici illeciti di rifiuti e agli affondamenti sospetti di navi mercantili nel Mediterraneo.

È stato ribadito come la sua non sia una storia locale, ma una vicenda di portata nazionale e internazionale, legata a traffici che hanno interessato per anni l’intero bacino mediterraneo.

Nel corso degli interventi è stato ricordato che l’esistenza di affondamenti sospetti non si fonda su ipotesi o suggestioni. Sentenze passate in giudicato, atti giudiziari e relazioni parlamentari attestano l’operatività di traffici illeciti di rifiuti industriali, anche pericolosi, sviluppatisi tra la seconda metà degli anni Ottanta e i primi anni Novanta.

Resta tuttavia irrisolta la questione centrale: l’assenza di una mappatura certa dei relitti e di interventi di messa in sicurezza. Un vuoto che continua a generare interrogativi e preoccupazioni nei territori costieri e che mantiene aperta una frattura tra verità storica e verità giudiziaria.

Le dieci proposte di Legambiente

Per affrontare questo nodo, Legambiente ha presentato dieci proposte operative rivolte alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, all’ISPRA, alla Regione Calabria e alle istituzioni europee, fino all’UNEP.

Tra i punti principali figurano il riordino degli atti già acquisiti, la desecretazione dei documenti non coperti da reali esigenze di sicurezza nazionale, l’acquisizione di nuove testimonianze, l’utilizzo delle tecnologie più avanzate per il monitoraggio dei fondali marini e l’avvio di un programma scientifico strutturato sugli affondamenti sospetti nel Mediterraneo.

La memoria che diventa impegno pubblico

Sabato 13 dicembre la memoria di Natale De Grazia assumerà una forma concreta. A Gallico, la Scuola primaria di via Quarnaro verrà ufficialmente intitolata al Capitano di fregata, legando il suo nome a un luogo di formazione e crescita civile. A seguire, sul Lungomare di Gallico, lato sud, sarà inaugurata la targa «Lungomare Natale De Grazia», inserendo la sua figura nella toponomastica cittadina.

Gesti simbolici che trasformano il ricordo in spazio pubblico e responsabilità collettiva, affidando quella storia non solo alla commemorazione, ma alla vita quotidiana della città.

Una verità che non può essere archiviata

Da queste giornate la convinzione condivisa: il tempo trascorso non può diventare motivo di rinuncia. La ricerca della verità sui traffici di rifiuti in mare e sulle navi a perdere resta un dovere delle istituzioni, nei confronti dei cittadini, dei territori coinvolti e dei familiari di chi ha servito lo Stato con rigore e senso del dovere.

A trent’anni dalla sua morte, Natale De Grazia continua a rappresentare una domanda aperta rivolta al presente. Una domanda che Legambiente ha scelto di rilanciare, chiedendo che memoria e giustizia tornino a camminare insieme.