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04/06/2025 ore 23.11
Società

"Una Storia chiamata futuro" in una città che chiede armonia: l’abbraccio in musica tra i giovani e l’Arma commuove Reggio e i reggini - FOTO

Nel cuore della città, una serata di musica e impegno civile ha unito le voci dei ragazzi e l’esempio dell’Arma dei Carabinieri nella splendida cornice di Piazza De Nava per celebrare l’ambiente, la legalità e il rispetto
di Silvio Cacciatore

Una piazza piena di occhi rivolti al futuro, accarezzata dalla musica dei più giovani e custodita dalla presenza silenziosa dei Carabinieri. A Reggio Calabria, davanti al Museo Archeologico, si è aperto uno squarcio di bellezza e commozione, dove i giovani e la musica hanno incontrato la Storia e la città si è lasciata avvolgere da un abbraccio d’insieme fatto di note, luci e parole.

Reggio Calabria ha vissuto questa sera un momento di intensa bellezza e partecipazione civile, nel segno della musica e della memoria condivisa. In occasione del 211° anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri, si è tenuto un grande concerto in Piazza De Nava, promosso dal Comando Provinciale dei Carabinieri guidato dal genarale Cesario Totaro.

L’evento, dal titolo «Una Storia chiamata Futuro», ha dato spazio ai giovani: protagonisti assoluti della serata sono stati i giovanissimi musicisti dell’Orchestra “Bolani” dell’Istituto comprensivo De Amicis-Bolani, diretti dal maestro Dario Siclari, insieme al Coro di Voci Bianche “Doremì”, affiancati dall’Orchestra del Liceo Musicale “Tommaso Gulli” e dal coro “Coral Dream”.


Le emozioni del pubblico si sono intrecciate con il pensiero del colonnello Giovanni Misceo, comandante dei Carabinieri Forestali della Calabria, che ha portato l’attenzione dell’uditorio cittadino su quanto sia fondamentale il rispetto della natura, che comincia dalla coscienza di ognuno di noi. Una coscienza che si forma da piccoli, con l’esempio e con la cura.


Luci calde sui volti dei ragazzi, occhi lucidi tra gli adulti. L’atmosfera era quella delle grandi occasioni, ma anche dell’intimità condivisa. C’erano le famiglie, c’erano le scuole, c’erano le divise, c’erano le storie. Tutte fuse in un’unica narrazione che è quella dell’Arma e della città, un filo ininterrotto che da 211 anni ad oggi continua a legare la comunità alla sua istituzione più amata.

La musica è stata educazione alla bellezza e alla responsabilità. Mentre sullo sfondo le facciate del Museo si accendevano di luce e immagini, raccontando a modo loro la storia di un popolo e dei suoi custodi, l’eco di ogni brano restava sospeso, come una promessa.


Al termine, nella Sala Paolo Orsi, l’inaugurazione della mostra storico-documentale di Giovanni Guerrera è stata un naturale prolungamento del concerto. Come se lo spartito continuasse su carta, tra fotografie, cimeli, pagine antiche che ancora parlano.

Il cuore delle celebrazioni dei 211 anni della fondazione dell’Arma dei Carabinieri batte proprio qui: nei ragazzi che nei mesi scorsi hanno riletto le lettere scritte da un carabiniere al figlio, parole tratte dal calendario storico 2025 firmato da Maurizio De Giovanni. Parole diventate disegni, racconti, cartoline, emozioni pure. Un padre che cerca suo figlio, e lo trova tra le righe. E noi, che in quelle lettere rivediamo un pezzo della nostra umanità, vediamo accendersi tante piccole scintille. Tutte parte di un incendio buono, di un fuoco che scalda e non distrugge. Come quella fiamma, a volte argento e a volte oro, che è il simbolo senza tempo della Benemerita.