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21/11/2025 ore 16.57
Società

Unione dei Comuni della Locride, la sfida di Fragomeni: «L’unico modo per sopravvivere»

Il sindaco di Siderno ospite a Dentro la Notizia lancia la sua proposta: «E’ un’opportunità per tutti. Ci dobbiamo credere»

di Redazione

«La manovra purtroppo ancora una volta vede tagli che vanno a cascata, a ripercuotersi negativamente sempre verso i comuni. Allora dobbiamo necessariamente rimboccarci le maniche con le norme e le leggi che abbiamo. La legge Del Rio del 2014, mette nero su bianco, con una norma, la possibilità di fusioni, di unioni, di gestione associate. L'unico modo oggi per poter sopravvivere a questi tagli è fondersi».

Così il sindaco di Siderno, Mariateresa Fragomeni, si è espressa sull'ipotesi di accorpare i comuni della Locride, terra di grandi tesori archeologici e di cultura, di grandissime tradizioni, che vive però il dramma dell'isolamento. Collegata da Piazza Vittorio Veneto di Siderno, in compagnia del giornalista Ilario Balì, in diretta con la trasmissione “Dentro la notizia” condotta per il network LaC da Pierpaolo Cambareri. Fragomeni ha spiegato che «fondersi, per noi che siamo della Locride, della riviera dei Gelsomini, 42 comuni che hanno delle difficoltà è l’unica via d’uscita». La sindaca ha esaltato l’esperienza di fusione vissuta nel cosentino da Casali del Manco e da Corigliano-Rossano, sottolineando come nel momento in cui si parla di “unire” si po' anche accedere a dei grossi finanziamenti, perché è la legge stessa che lo prevede per i quindici anni successivi. «Allora, perché non discutere anche qui nella Locride? – si domanda Fragomeni - Per cercare di contrastare l'isolamento, il problema dei servizi, per attrarre investimenti, cercare soprattutto di dare un futuro ai nostri figli. Questo è il mio messaggio».

E a chi l’ha bloccata lamentando che in tal modo si perde l’identità, il sindaco di Siderno risponde: «Assolutamente no, perché l'identità rimane, cioè il campanilismo, che è anche comprensibile, però non può essere una scusante per restare fermi. Allora da politici lungimiranti si deve poter vedere oltre il prossimo anno, fra due anni, fra dieci anni, bisogna pensare ad una Locride fra trent'anni, quarant'anni, cioè quello che dovrai lasciare».

Insomma per Fragomeni la discussione non è più rinviabile, «soprattutto per una questione sociale, oltre che ovviamente poi amministrativa e burocratica».

A farle eco da studio, il professore Francesco Aiello ordinario di Politica economica all’Unical secondo il quale già il fatto di parlare di fusioni di Comuni è un segnale positivo, nel senso che su questi argomenti la Calabria sconta dei ritardi non banali, vista la parcellizzazione nella gestione del territorio in 404 unità amministrative: «la Regione Calabria, che poi è l'ente che giuridicamente ha il potere di cambiare la governance del territorio, si dovrebbe fare carico di questa questione, della frammentazione della gestione amministrativa dei servizi alla collettività». Poi il prof entra nel concreto della proposta che rilancia il sindaco Fragomeni: «è una questione intanto di cui si discute molte volte, io ho partecipato anche a Locri a riunioni in passato, però ci sono dei picchi di attenzione, nel senso che come in questo caso nasce da un'esigenza legata al taglio della legge nazionale di bilancio sui fondi trasferiti ai Comuni, altre volte nasceva da qualche altro motivo particolare, quello che manca a mio parere è una continuità nel trattare l'argomento e di coinvolgere all'interno di un processo decisionale le associazioni, il territorio, perché io ho seguito delle fusioni in Calabria ma ne ho seguite e ne sto seguendo molte in Italia, e l'elemento che discrimina il successo dall'insuccesso di una fusione è il coinvolgimento della popolazione. Questo è ancora un elemento che in Calabria manca, anche per quello che diceva prima il sindaco cioè il fatto che è percepita come una perdita di identità».

Per Francesco Rende, social media manager all’interno del network LaC, la proposta di Fragomeni è una proposta «da ora o mai più». Intanto «perché il sasso viene lanciato nello stagno in un momento in cui proprio la Locrire esprime due assessori regionali, un Presidente del Consiglio regionale, una filiera istituzionale molto importante e comunque una rilevanza che mai ha avuto in questi anni. Questa cosa però si scontra con quelli che sono i ritardi in quel territorio. In questo momento noi sappiamo benissimo che ci sono i lavori nella principale arteria di comunicazione che è la superstrada Jonio-Tirreno che non consentono alle persone che vivono in quel territorio di passare da un lato all'altro della Calabria di notte. Ecco probabilmente servirebbe anche a questo un'unione di questi comuni».

In conclusione Fragomeni ha lanciato un appello ai suoi colleghi amministratori. «La Locride non ha mai avuto una rappresentanza così importante, ricordo che le uniche fusioni appunto sono state in provincia di Cosenza, ma sotto il governo Oliverio. Proprio ieri ho scambiato qualche battuta in merito a questo con l’attuale presidente del consiglio regionale Cirillo, il quale  sembra ben predisposto a discutere anche di questa proposta. Non deve essere una fusione a freddo di tutti i comuni messi assieme, è chiaro che bisogna necessariamente discuterne con i cittadini, con le associazioni e con i vari comitati, però i primi ad essere convinti devono essere i sindaci. E’ un’opportunità per tutto il territorio della Locride. Iniziamo a discuterne, ma ci dobbiamo credere».