Sezioni
12/09/2025 ore 08.30
Società

Verso l’ultimo dei sette sabati di Maria: la Madonna si fa pellegrina di speranza in mezzo al popolo di Reggio

Il guardiano dell’Eremo, padre Pietro Ammendola, ripercorre l’antica storia che lega l’ordine dei Cappuccini al culto reggino della Madonna della Consolazione
di Anna Foti

«A mezzogiorno il cambio delle Corone portate questa mattina dal parroco della basilica cattedrale del Duomo dove sono custodite. Preziose, con oltre un secolo di storia, orneranno il capo di Maria. Poi la Sacra Effigie verrà riposta in attesa della collocazione nella Vara e della sua discesa, domani secondo sabato di settembre, in mezzo al suo popolo».

Il significativo rito delle Corone caratterizza la giornata odierna che precede l’ultimo Sabato di Maria. L’ultimo ossia quello dell’attesa processione della Vara della Madonna della Consolazione e dell’abbraccio della città. È il guardiano dell’Eremo, padre Pietro Ammendola, a raccontare la particolarità di questa giornata, che corona l’altrettanta secolare tradizione dei Sette sabati di Maria con cui i frati Cappuccini si preparano a salutare la Sacra Effigie. Domani Essa lascerà le alture dell’Eremo per scendere nel cuore della città e sostare per oltre tre mesi al Duomo, prima di farvi ritorno, sempre sulle spalle dei portatori, a novembre.

«Una giornata particolare, dunque, quella odierna, scandita dalla Santa messa delle 17:30 e da quella delle 19:30, la prima presieduta dal nostro vicario provinciale, padre Francesco Donato. Poi alle 21 la veglia presieduta dall’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, monsignor Fortunato Morrone. Una notte, anch’essa scandita dalle celebrazioni della Santa Messa a mezzanotte, presieduta dal nostro ministro provinciale, padre Giovanni Loria, alle 4 e alle 5. La messa per i Portatori della Vara sarà infine celebrata alle 6 da monsignor Salvatore Nunnari, arcivescovo emerito di Cosenza – Bisignano e storico assistente spirituale dei portatori. Seguirà – prosegue padre Pietro Ammendola – il posizionamento dell’antico quadro nella Vara e l’uscita alle 8 dalla basilica dell’Eremo. La discesa culminerà nella tradizionale consegna del Quadro da parte del nostro ministro provinciale, padre Giovanni Loria, all’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, monsignor Fortunato Morrone, e al sindaco Giuseppe Falcomatà».

Da oltre due secoli, i sette sabati di Maria

«Viviamo l’attesa della Consegna in preghiera, in occasione dei sei Sabati che la precedono, e con spirito di tradizione. Una tradizione che affonda le radici nel Seicento con la pestilenza e l’evento miracoloso della cessazione della peste e della carestia, con l’arrivo delle navi cariche di grano per sfamare la popolazione. Dunque, annualmente la Madonna viene portata in città per come segno di benedizione e di presenza.

Ci prepariamo dal 1793 con i sette Sabati di preghiera, eucarestia, accoglienza fedeli con le confessioni, catechesi mariane. Inoltre – racconta ancora padre Pietro Ammendola – curiamo l‘animazione della processione nel tratto tra l’Eremo e piazza Consegna, passando poi il testimone alla Curia che seguirà fino al Duomo. Da oltre due secoli i frati preparano questo itinerario spirituale per la città di Reggio. In questo anno giubilare, essendo l’Eremo come il Duomo, chiesa giubilare per tutto l’anno, il tema è stato quello di Maria Pellegrina di Speranza. Nelle nostre riflessioni sul vangelo ci siamo soffermati sui viaggi di Maria a Betlemme, in Egitto, a Gerusalemme, sul suo cammino. Un cammino che nell’ultimo sabato, domani, sarà anche materiale con la Sacra Effigie di Maria che si farà pellegrina in mezzo al popolo di Reggio per portare la speranza».

L’antica e venerata Effigie

La Madonna in trono col Bambino in braccio, in alto due angeli tengono con la destra la corona della Madre di Dio e con la sinistra una palma. A destra della Madonna, San Francesco d’Assisi con il libro della Genesi nella mano destra e con la croce latina e in evidenza le stimmate sulla sinistra, e a sinistra Sant’Antonio di Padova con in mano il libro rosso chiuso e il giglio. Pregiata la passamaneria di tipo rinascimentale del mantello di Maria. La rappresentazione della Madonna ricalca la scuola veneto-cretese, ispirata all’arte bizantina, con la Madre regge il bambino con la mano destra e lo indica con la sinistra e le loro teste hanno inclinazione opposta.

Il quadro, realizzato dal pittore Niccolò Andrea Capriolo nel 1547, oggi trasportato nella maestosa pala d’altare realizzata dallo scultore taurianovese Alessandro Monteleone, sostenuta da sette angeli, trova nuova dimora nella cornice in lamina argento risalente all’Ottocento. Il prezioso e antico dipinto fu donato da Camillo Diano ai frati Cappuccini già nella chiesa edificata su terreno donato dal nobile Giovan Bernardo Mileto ai Minori Cappuccini. La lorio storia è, dunque, strettamente intrecciata con quella della città di Reggio e dell’affidamento alla Madre maturato in quel frangente di pestilenze e carestie.

Frati Cappuccini in soccorso alla popolazione

«L’arrivo dei frati Cappuccini all’Eremo risale al 1533. I frati Cappuccini che abbiamo visto prodigarsi per la popolazione stremata dalla peste anche nelle pagine dei Promessi Sposi ambientate a Milano, si diedero da fare aprendo il primo ospedale a Reggio. Un impegno premiato con la costruzione di una chiesa nuova al posto della piccola cappella che fino ad allora aveva ospitato i frati. Alla chiesa nuova quale fu donato l’attuale quadro della Madonna della Consolazione, realizzato nel 1547».

Custode delle quattro chiavi della Madonna

Padre Pietro Ammendola è guardiano dell’Eremo dal 2023. Una bella responsabilità ma anche un’emozione nei confronti della comunità, incarnare colui che custodisce la Sacra Effigie della Madonna della Consolazione, tanto cara alla comunità di Reggio Calabria.

«Fu San Francesco a volere nel 1200 che il responsabile della comunità dei frati fosse chiamato Guardiano, riferendosi a una immagine del Vangelo di Giovanni in cui il guardiano è colui che custodisce e protegge.

Le quattro chiavi dei quattro robusti lucchetti della pala della Sacra Effigie sono affidate a me in custodia e al momento dell’affidamento dell’incarico di guardiano, la consegna di queste chiavi è il momento più importante», ha concluso il guardiano dell’Eremo, Padre Pietro Ammendola.