Memorial Rocco Tuscano, dal campetto di Bova Marina un abbraccio che unisce Calabria e Africa con una raccolta fondi di beneficenza
Sono duemila euro che valgono molto più di una cifra. Sono la prova che un ricordo può trasformarsi in futuro, che un torneo di paese può diventare ponte tra la Calabria e l’Africa, che il nome di Rocco Tuscano continua a generare bene. Con la terza edizione del Memorial disputata a Bova Marina, il calcio di periferia ha smesso di essere solo “gioco” ed è tornato ad essere strumento di comunità e solidarietà.
La raccolta fondi collegata al torneo ha totalizzato, quest’anno, una cifra importante. Duemila euro raccolti in un campo di Oratorio e devoluti a sostegno della missione umanitaria del pediatra Tito Squillace e di sua moglie Nunzia La Cocuzza, che da anni operano in Uganda con una dedizione totale. In un villaggio quasi irraggiungibile, tra strade sterrate e assenza di servizi essenziali, hanno costruito un luogo che oggi porta il nome di “La Casa di Rocco”, dedicata proprio alla memoria di chi a Bova Marina aveva fatto dell’impegno civile e comunitario una ragione di vita. Qui bambini disabili vengono accolti, curati, seguiti negli studi, inseriti in un percorso che offre loro dignità e futuro.
La cifra raccolta quest’anno rappresenta un traguardo importante e al tempo stesso un punto di partenza. «Siamo orgogliosi dei duemila euro versati – ha sottolineato Antonio Tuscano, figlio di Rocco – perché significa che ancora oggi papà continua a fare del bene. Vedere che da questo torneo nascono sorrisi veri, lontani migliaia di chilometri, è il senso più profondo di quello che portiamo avanti. Ricordarlo significa non solo celebrarne la memoria, ma continuare ad agire come lui avrebbe voluto».
Il Memorial è nato nel 2023 come un’intuizione semplice e coraggiosa: far vivere la memoria di Rocco Tuscano con il linguaggio che amava di più, quello del calcio giocato negli oratori, fatto di amicizia e fatica ma soprattutto fraternità. Già dalla prima edizione la scelta era stata chiara: niente clamori effimeri, ma beneficenza e solidarietà come unico obiettivo. Lo scorso anno la seconda edizione aveva confermato la forza dell’iniziativa, richiamando un’intera comunità a raccolta. Con la terza edizione appena conclusa, il torneo è cresciuto ulteriormente ed ha trovato la sua consacrazione: non solo come appuntamento sportivo, ma come simbolo di coesione sociale.
Al campo “Calogero Bellia” dell’Opera Salesiana di Bova Marina, per due settimane, le partite sono state molto più di un gioco. Gli spalti pieni di famiglie, amici, bambini hanno restituito un senso di appartenenza che va oltre il risultato sportivo. Era palpabile l’energia di un paese che si stringe intorno a una memoria viva e la traduce in azioni concrete. Antonio Tuscano, con emozione, ha ricordato il padre con una immagine semplice e potente: «Papà trascorreva interi pomeriggi qui, magari al telefono per lavoro e intanto con una scopa a pulire una gradinata. Era questo il suo modo di esserci, con gesti silenziosi ma sempre rivolti agli altri».
Quelle parole hanno restituito l’essenza di un uomo che la comunità continua a sentire vicino. Ed è proprio questa vicinanza che permette di raccogliere ogni anno nuove energie, nuove adesioni, nuove risorse da indirizzare a chi ne ha più bisogno. «Ogni euro che parte da qui – ha ribadito Antonio – si trasforma in istruzione, cure e sostegno per quei bambini. Ed è questo che ci dà la forza di continuare».
La raccolta fondi è il segnale preciso di una intera comunità: Bova Marina non dimentica e, ricordando Rocco Tuscano, sceglie di farsi carico di un pezzo di mondo più fragile. È la dimostrazione di come la memoria di una persona possa generare un bene che si moltiplica, diventando una catena invisibile tra Calabria e Africa.
La terza edizione del Memorial si chiude così con un messaggio limpido. Non basta dire di ricordare, bisogna tradurre il ricordo in impegno. Quei duemila euro ne sono la prova tangibile. Il torneo non è solo un appuntamento estivo, ma un laboratorio di solidarietà che cresce anno dopo anno, con la certezza che la vera vittoria non si misura sul campo ma nelle vite che riesce a cambiare.